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Sostenere di più l’idroelettrico? Per ora non se ne parla

Prima di sovvenzionare i produttori di energia idroelettrica si dovrà valutare l’impatto sui consumatori: la camera bassa del parlamento svizzero ha respinto martedì una controversa proposta per venire in aiuto a un settore in forte difficoltà.

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 maggio 2017
Daniele Mariani con RSI (TG del 29.5.2017)
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L’idroelettrico è la principale fonte di energia elettrica in Svizzera. Il 56% della corrente consumata proviene infatti da questi impiantiLink esterno, che si concentrano soprattutto nei cantoni alpini. In tutto il paese vi sono 643 centrali (contando solo quelle con una potenza di almeno 300 kW). Nel contesto europeo, la Svizzera occupa il quarto posto, dietro a Norvegia, Austria e Islanda, per quanto riguarda la quota di energia idroelettrica sulla produzione complessiva di corrente.

Tuttavia il settore non naviga in acque tranquille. Da 5-6 anni, la concorrenza di energia a buon mercato prodotta in altri paesi europei si fa infatti sentire. Il costo di produzione dell’energia idroelettrica si aggira attorno ai 6 centesimi per kWh. Ma il prezzo di mercato dell’elettricità è di circa 3 centesimi per kWh. Il drastico calo del prezzo delle energie fossili e le sovvenzioni alle eoliche e al solare (adottate in particolare dalla Germania) fanno sì che l’idroelettrico svizzero non sia più competitivo. I produttori elvetici devono quindi spesso vendere sottoprezzo.

Altri sviluppi

Non è un caso che uno dei giganti del settore energetico, la Alpiq, voglia disfarsi di una parte delle sue partecipazioni nell’idroelettrico.

Uno degli effetti più visibili di questa situazione è il congelamento degli investimenti. Investimenti che sarebbero però vitali per infrastrutture che spesso hanno più di mezzo secolo di vita.


Quale impatto sui consumatori?

Da qui la volontà di una parte del parlamento di venire in aiuto a un settore di fondamentale importanza per il paese, soprattutto nel momento in cui il popolo ha deciso di fare a meno dell’energia atomica. In dicembre, il Consiglio degli Stati (camera alta) aveva introdotto nella Strategia reti elettricheLink esterno proposta dal governo una proposta, secondo la quale l’elettricità di base fornita ai consumatori doveva provenire unicamente da centrali svizzere che producono corrente da fonti rinnovabili.

Martedì il Consiglio nazionale ha però risposto picche. Secondo la maggioranza, bisogna prima analizzare l’impatto di un simile provvedimento sulle famiglie e le piccole imprese, la cui bolletta inevitabilmente salirebbe.

La ministra dell’energia Doris Leuthard ha appoggiato la maggioranza, ricordando gli sforzi che la Confederazione già fa per sostenere il settore idroelettrico. La Strategia energetica approvata poco più di una settimana fa in votazione prevede un sostegno di 120 milioni all’anno per 5 anni per ristabilire la redditività del settore.

Il governo prevede inoltre di rivedere la Legge sulle forze idriche. L’obiettivo è di proporre un nuovo sistema di calcolo del cosiddetto ‘canone d’acqua’, ossia la remunerazione versata dai produttori ai comuni per lo sfruttamento dell’acqua. 

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