Amnesty deplora il comportamento svizzero alla frontiera
La Svizzera è stata criticata da Amnesty International in particolare per la linea dura adottata dalla Confederazione nei confronti dei profughi che cercano di entrare nel paese dal suo confine meridionale. A molti migranti non è stato permesso di richiedere l’asilo, una situazione “illegale”, si legge nel rapporto annuale dell’organizzazione umanitaria.
Il rapporto annuale di Amnesty International Link esterno(AI) descrive la situazione relativa ai diritti umani di 159 paesi. La Svizzera è criticata in particolare per il rinvio in Italia di minori non accompagnati, per l’eccessivo zelo delle guardie di confine e per i controlli effettuati sulla base del colore della pelle o della fisionomia.
Membri dell’organizzazione umanitaria hanno interrogato molti dei profughi stazionati a Como, alcuni dei quali avrebbero richiesto l’asilo nella Confederazione invano a più riprese.
Zelo eccessivo
Il rapporto accusa le guardie di confine di aver impedito a numerosi profughi di presentare una domanda d'asilo. “Rifiutando questo diritto, le guardie di confine violano le leggi svizzere”, scrive AI.
L’ONG cita migliaia di casi di rifugiati rinviati verso l’Italia tramite procedure “semplificate”, che corrispondono secondo l’organizzazione a dei rinvii forzati illegali.
Dalle testimonianze raccolte, si delinea “un’assenza di valutazione delle situazioni individuali” e dei rischi che comporta un ritorno in Italia, o un conseguente rimpatrio verso uno Stato come il Sudan.
Un’assenza di un numero sufficiente di interpreti non ha inoltre facilitato la comprensione tra le forze dell’ordine e i profughi, sottolinea l'organizzazione umanitaria.
Abusi
“La situazione è ancora più grave” per i minorenni non accompagnati. Diverse centinaia di loro si sono presentati alla frontiera e “non hanno ricevuto le necessarie attenzioni” nel rispetto della loro vulnerabilità e delle esigenze della legge sull’asilo e la protezione dell’infanzia, denuncia Amnesty.
Durante tutto il 2016 “le guardie di confine hanno rinviato in Italia decine di minori che avevano dei parenti stretti in Svizzera”.
Le autorità elvetiche non fornirebbero inoltre ai profughi informazioni sufficienti riguardo alle procedure da seguire per richiedere l’asilo o ai luoghi dove possono recarsi dopo il loro rinvio in Italia.
Non solo alla frontiera
Altre lacune nel rispetto dei diritti umani nella Confederazione sono sottolineate da Amnesty International, che cita la Commissione nazionale per la prevenzione della tortura che in luglio aveva criticato “l’uso sproporzionato della forza” in alcuni casi di rinvio coatto in diversi cantoni.
Sono stati inoltre constatati degli abusi di potere da parte delle polizie cantonali di Zugo, Vallese, Neuchâtel, Basilea Città e Zurigo.
Infine, l’organizzazione internazionale si dice preoccupata dalla legge “anti-burqa” adottata in Ticino dalla legge sulle attività informative della Confederazione. Quest’ultima giustificherebbe l’accesso ai dati personali “sulla base di fini definiti in modo vago”.
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