Politici elvetici in visita a Taiwan. L'ira di Pechino
Una piccola delegazione del Parlamento svizzero è impegnata in una visita 'privata' a Taiwan. Lunedì è stata ricevuta dalla presidente di Taiwan Tsai Ing-wen. La Cina si dice profondamente preoccupata per la visita della delegazione e ricorda il principio di "una sola Cina" che gode di "consenso universale" ed è riconosciuto anche dalla Confederazione.
Dei 34 membri del gruppo di amicizia Svizzera-Taiwan, sono solo cinque quelli che si sono recati sull'isola di fatto indipendente ma rivendicata dalla Cina. La loro visita (due socialisti, due verdi e un udc) avviene a titolo privato. Non si tratta infatti di una delegazione ufficiale ma i colloqui con esponenti locali sono ai più alti livelli. Lunedi, infatti, la delegazione ha incontrato la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen. Una visita che ha fatto storcere il naso a Pechino e, su richiesta della RSI, l'ambasciata cinese ha preso posizione: ha espresso "preoccupazione" e si è detta contraria "a ogni forma di contatto ufficiale fra le autorità di Taiwan e rappresentanti di Paesi che hanno relazioni diplomatiche" con Pechino.
L'ambasciata cinese a Berna ricorda il principio di "una sola Cina" che gode di "consenso universale" ed è riconosciuto anche dalla Confederazione. La visita, quindi, servirebbe solo a creare nuove tensioni. I deputati "avrebbero dovuto contribuire maggiormente alla promozione e al mantenimento della pace mondiale, invece di viaggiare dall'Europa in guerra verso l'Asia per sostenere i separatisti taiwanesi". Nella presa di posizione ci si augura inoltre che la Confederazione, Paese neutrale, e i suoi rappresentanti rimangano fedeli ai traguardi faticosamente raggiunti nei rapporti bilaterali fra Berna e Pechino invece di inviare "falsi segnali".
Notoriamente Pechino non apprezza questo genere di missione - l'esempio recente più noto è quello della ex speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi. E questo anche se Berna non riconosce ufficialmente l'indipendenza di Taiwan e non intrattiene con essa relazioni diplomatiche. In ottobre il console generale nella Confederazione, Zhao Qinghua, aveva già espresso il fastidio del suo Paese.
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