Nuovo inno svizzero: parola alla giuria
Diana Segantini, responsabile della Cultura alla RSI, siede nella commissione che sceglierà i finalisti
Settanta testi in tedesco, quaranta in francese, quattro in italiano, uno in romancio e persino uno in portoghese: venerdì 27 giugno erano 116 le proposte giunte alla Società svizzera di utilità pubblica SSUP, promotrice del concorso per un nuovo inno nazionaleLink esterno. Un inno che si vorrebbe più adeguato ai tempi, pur sempre con un testo ispirato al preambolo della Costituzione federaleLink esterno e una melodia che ricalchi o richiami quella dell'attuale SalmoLink esterno.
Considerato che il concorso si chiudeva lunedì 30, potrebbero essere fino a duecento i progetti che passeranno prima al vaglio della SSUPLink esterno -il testo in portoghese, ad esempio, non rispetta il bando- e in seguito di una giuriaLink esterno di una trentina tra musicisti, parolieri, giornalisti, rappresentanti di associazioni sportive e culturali e persone con stretti rapporti con inni nazionali o con le tradizioni svizzere.
Gli esperti dovranno scegliere le idee più interessanti valutandone anche l'adattabilità nelle altre lingue nazionali. Entro l'autunno, restringeranno la rosa a un massimo di dieci proposte che -una volta tradotte e messe in musica da professionisti- saranno presentate al Consiglio federale.
Della commissione fanno parte quattro italofoni: Franco Lurà, direttore del Centro di dialettologia ed etnografia di Bellinzona, Gianna Mina, presidente dell'Associazione dei musei svizzeri, Guido Pedrojetta, capo assistente insegnante all'Università di Friborgo, e Diana Segantini, responsabile del dipartimento Cultura della RSI. Di madre norvegese, a lungo all'estero per studio e lavoro, Segantini ha radici in più Paesi. Proprio come molti svizzeri di oggi.
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