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Alptransit... a tratti

Corrado Mordasini
Questo contenuto è stato pubblicato il 28 maggio 2016
Rino Scarcelli (illustrazioni di Corrado Mordasini)

Un tunnel da 57 chilometri, oltre 152 chilometri di scavo. Sì, perché la Galleria di base del San Gottardo –la più grande opera di Alptransit- si compone di due canne, collegate tra loro da 178 cunicoli di sicurezza (uno ogni 325 metri, lunghi tra i 40 e i 70 metri), più i raccordi alle due stazioni multifunzionali e altre cavità.

Affinché i treni possano oltrepassare più velocemente le Alpi –sotto il San Gottardo potranno sfrecciare fino a 250 km/h- sono state estratte 28,2 milioni di tonnellate di materiale. L'equivalente di 705'000 grossi camion (40 t), o 4 milioni 700 mila elefanti africani di savana.

Un terzo del materiale (33%) è adatto alla produzione di calcestruzzo, il 66,3% è buono per riempimenti e ricoltivazioni. Il resto (0,7%) è fango.

Altri sviluppi

Non tutte le gallerie sono uguali. Nemmeno le "gemelle" del San Gottardo: la canna est è di 87 metri più lunga. Condividono, però, il primato di gallerie più profonde mai costruite: la roccia che le sovrasta raggiunge profondità massime di 2300 metri.

Corrado Mordasini

Per buona parte (80%), il complesso è stato scavato con fresatrici, il 20% con l'esplosivo.

Con le frese si scava più velocemente: 10-15 metri al giorno, con una punta di 56 m in 24 ore, registrata a Erstfeld tra il 18 e il 19 luglio 2009.

L'esplosivo consente invece di avanzare tra i 3 e i 4,5 metri al giorno, persino di un solo metro in condizioni geologiche più sfavorevoli. Il "record", stabilito a Sedrun il 20 ottobre 2004, è di 11,5 m in una giornata.

La cosiddetta 'costruzione grezza' della Galleria di base ha richiesto l'impiego di 4 milioni di metri cubi di beton, un volume equivalente a 84 volte il calcestruzzo utilizzato per costruire l'Empire State Building.

Per isolare la volta sono serviti 2,85 milioni di metri quadrati di teli di impermeabilizzazione e drenaggio. Come coprire sei volte e mezzo Città del Vaticano.

Fin qui si ha però una galleria "nuda". E buia: per illuminarla, servono 10'000 lampade.

Sono state installate con la cosiddetta 'Tecnica ferroviaria', che non è fatta solo di binari (290 km, tra vie principali e scambi) e traversine (380'000 pezzi; del tipo Low Vibration Track, "reggono" un solo binario).

I sistemi di controllo e i dispositivi di sicurezza richiedono connessioni: 2631 km di fibra ottica, 3200 km di cavi in rame.

Tutto questo, alimentato da 2500 armadi elettrici, tra cunicoli e centrale. Centrale che, in caso d'emergenza, può essere chiamata da 417 colonnine.


Per saperne di più: alptransit.chLink esterno, Cifre e fattiLink esterno​​​​​​​

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