La settimana in Svizzera
Il caso Lojacono-Baragiola e l'apertura del Forum mondiale di Davos hanno monopolizzato la cronaca di questa settimana nella Confederazione: l'ex membro del commando delle BR che ha partecipato all'agguato di Via Fani, attualmente residente in Svizzera, è uscito allo scoperto dopo gli attacchi del ministro dell'Interno Salvini. Mentre al vertice mondiale sulle Alpi grigionesi si sono contate diverse defezioni importanti, a partire da quella del presidente USA Trump. La cronaca giudiziaria ha poi offerto due succose vicende, riguardanti la vendita di dati bancari sensibili alla Germania e una maga truffa con auto di lusso.
Martedì è stato festeggiato, come da tradizione con la messa nella chiesa Santa Maria della Pietà in Campo Santo Teutonico, l'anniversario di fondazione del corpo delle guardie pontificie. I militari svizzeri giunsero infatti in San Pietro, per mettersi al servizio di papa Giulio II, il 22 gennaio 1506.
Un 47enne è stato condannato nel Canton Argovia per una truffa effettuata con auto di lusso. Il titolare della società, fallita nel 2010, offriva supercar in leasing a condizioni di assoluto favore ma, come ha accertato l'inchiesta, c'era un trucco.
La cittadina alpina di Davos è stata sulle prime pagine di tutti i giornali. Nei Grigioni si è tenuta infatti questa settimana la 49esima edizione dell Forum economico mondiale (WEF).
Il Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona ha condannato un 45enne per spionaggio economico aggravato e riciclaggio di denaro. L'ex bancario, giudicato in contumacia, aveva venduto i dati bancari di clienti germanici alle autorità fiscali tedesche. Berna potrebbe chiedere la sua estradizione dalla Germania ma le possibilità di successo sono scarse.
Alvaro Lojacono-Baragiola, l'ex militante delle BR, condannato in Italia per l'agguato di Via Fani in cui il 16 marzo 1978 venne sequestrato il presidente della DC Aldo Moro e uccisi i cinque membri della sua scorta, è tra gli ex terroristi che il ministro Salvini intende estradare in Italia. Ma fonti di Berna escludono questa ipotesi, dal momento che l'attuale dipendente dell'Università di Friburgo è cittadino svizzero e ha saldato le pendenze giudiziarie nella Confederazione. ma alcuni giuristi lasciano aperto un piccolo spiraglio...
Partecipa alla discussione!