La settimana in Svizzera
Sono stati prosciolti in appello, i due imputati per la morte di un operaio italiano su un cantiere di Alptransit nel 2010. Intanto Nestlé delocalizza, l'esercito rinuncia al giubbotto antiproiettile per tutti e i contanti si confermano il mezzo di pagamento preferito dagli svizzeri. Retrospettiva.
La settimana si è aperta con la notizia di 500 posti di lavoro che se ne vanno dal Paese. La multinazionale Nestlé, che ha sede nel canton Vaud, ha annunciato che concentrerà l'informatica nel centro di competenza di Barcellona. Nespresso delocalizza 80 posti.
Intanto, da Zurigo giungeva eco di un curioso accordo extragiudiziale. La Città ha ritirato la denuncia nei confronti di un graffitaro di 78 anni, considerato uno dei pionieri della street art, in cambio di una sua opera (non su muro).
In Ticino, la Corte d'appello e revisione penale ha prosciolto dall'accusa di omicidio colposo un ingegnere e un caposciolta impegnati sul cantiere Alptransit di Sigirino, in relazione all'incidente in cui morì un operaio calabrese di 54 anni nel 2010.
A Berna, il Consiglio degli Stati (camera alta del parlamento) è stato chiamato a discutere del credito 2019 per l'Esercito. Secondo i "senatori", non è necessario dotare tutti e 100'000 gli effettivi di doppio giubbotto (uno per combattere, l'altro per la guardia).
Infine, la Banca nazionale ha pubblicato i risultati di un'indagine sui mezzi di pagamento. Ne è scaturito, e non è la prima volta, che gli svizzeri preferiscono usare i contanti.
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