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Il futuro incerto del castagno

Keystone / Karl Mathis

Lo chiamavano l’albero del pane perché dava da mangiare alle popolazioni rurali della Svizzera italiana. Oggi quest'albero è fragile ma si vuole garantirne la sua sopravvivenza.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 dicembre 2020 - 16:53
Letizia Oldrati e Marco Dalla Fiore, Falò RSI

Certo, il castagno non cresce solo a Sud delle Alpi, ma alle nostre latitudini era davvero una risorsa fondamentale. E oggi come è messo? In genere se ne parla durante l’autunno in occasione della raccolta dei frutti, per poter dire se è stata una buona o una cattiva annata.

Ma questo risultato non dipende tanto dalla generosità della natura, ma piuttosto da una moltitudine di fattori, quasi tutti legati alle attività umane. Nonostante ci accompagni da millenni, oggi l'albero del pane è fragile. In tempi recenti ha sofferto la siccità e l’aggressione di funghi e parassiti.

Ma è stato anche curato, numerose selve sono state recuperate, specie antiche reintrodotte. Entrando in questo mondo si scopre, non senza una certa sorpresa, che la Svizzera italiana è davvero legata a questo albero ed è decisa a garantirne l’esistenza senza trasformarlo in una nostalgica reliquia.

Il servizio di Falò, la trasmissione di approfondimento della Radiotelevisione svizzera.

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