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"La Svizzera applichi meno rigidamente il regolamento di Dublino"

Diverse organizzazioni di tutela dei profughi, in occasione della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, hanno consegnato al governo svizzero un "appello nazionale contro la cieca applicazione del regolamento di Dublino". All'esecutivo chiedono di essere più attento verso l'obbligo di proteggere i bambini rifugiati e le loro famiglie. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 novembre 2017 - 20:40
tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 20.11.2017)
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 Le ONG -tra le quali Amnesty InternationalLink esterno, Organizzazione svizzera d'aiuto ai rifugiatiLink esterno, Solidarité sans frontièresLink esterno- hanno anche inviato una lettera alla responsabile del dipartimento federale di Giustizia e Polizia Simonetta Sommaruga e agli esecutivi di tutti i Cantoni per chiedere loro un incontro per discutere le rivendicazioni dell'appello lanciato in aprile e già firmato da 33'000 persone.

"Non separare le famiglie", si leggeva su uno striscione su Piazza Federale, a Berna, quando è stata consegnata la petizione. Keystone

In un comunicato le ONG affermano che, in nome del regolamento Dublino, dei bambini sono stati tolti dalle loro classi durante l'anno scolastico o costretti a interrompere trattamenti medici o psicologici. Alcuni di loro sono perfino stati separati da uno dei genitori, in violazione dell'interesse superiore del fanciullo e della Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia.

 “Appello al buon senso”

 La nota odierna sottolinea che l'appello all'esecutivo federale "non chiede un cambiamento di legge", né uno stravolgimento della politica di asilo, ma unicamente un cambiamento delle pratiche amministrative nell'applicazione del regolamento Dublino. "È un appello al buon senso": si tratta di meglio proteggere i rifugiati vulnerabili, come prevede il regolamento stesso.

 I base all'articolo 17 paragrafo 1, una clausola discrezionale consente infatti di entrare in materia sulle richieste di asilo "per motivi umanitari, di compassione e per permettere il ricongiungimento familiare", precisano le ONG nell'appello consegnato in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia.

 La Svizzera - aggiungono - applica il regolamento di Dublino in maniera particolarmente scrupolosa, poiché è nel gruppo di testa per il numero di rinvii a livello europeo. In base ad esso, nel 2016 la Confederazione ha rinviato 3'750 persone e ne ha accolte solo 469. Germania e Svezia contano più rinvii (rispettivamente 3'968 e 5'244 nel 2016), ma registrano pure il maggior numero di persone accolte (rispettivamente 12'091 e 3'306).

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D'altro canto nel 2016 oltre un terzo delle domande d'asilo depositate in Svizzera si sono concluse con una decisione di "non entrata nel merito Dublino". Questo quando il numero complessivo di richieste di asilo è in netta diminuzione: 39'523 nel 2015, 27'207 nel 2016, 13'916 quest'anno fino alla fine di settembre.

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