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Fedpol: l'Eritrea taglieggia i connazionali in Svizzera

L'Ufficio federale di polizia inoltra denuncia penale, per la tassa del 2% che il paese africano imporrebbe ai suoi cittadini residenti o rifugiati qui

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 ottobre 2015 - 22:21

Dopo un anno di indagini, l'Ufficio federale di polizia ha inoltrato una denuncia penale nei confronti dell'Eritrea, accusandola di incassare illegalmente una tassa dai suoi cittadini residenti o rifugiati in Svizzera. A stabilire se ci sono gli estremi per un procedimento, dovrà essere ora il Ministero pubblico della Confederazione.

Concretamente, l'Eritrea chiederebbe ai suoi connazionali il 2% del denaro guadagnato o percepito attraverso gli aiuti sociali. Una riscossione che di per sé non sarebbe illegale, se Berna l'avesse autorizzata.

In realtà, per quanto alcuni sostengano che la tassa sia pagata volontariamente, altri denunciano una modalità più simile al pizzo: a chi non paga sarebbe negato il rilascio di attestati e certificati, ad esempio di nascita e matrimonio, e le ritorsioni si estenderebbero ai parenti rimasti in Eritrea.

Raccogliere prove è difficile e costoso. Il Ministero pubblico della Confederazione non ha ancora reso noto se sarà aperto o no un procedimento penale.

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