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Turismo invernale, sarà una stagione difficile

Anche qui la mascherina è d'obbligo. Keystone / Alexandra Wey

Si annuncia una stagione invernale difficile per gli alberghi e gli impianti di risalita delle regioni di montagna elvetiche. Svizzera Turismo stima una contrazione dei pernottamenti del 22% rispetto all'ultima stagione interamente non toccata dalla pandemia di coronavirus, quella 2018/2019.

Questo contenuto è stato pubblicato il 23 novembre 2020 - 21:15

Stando a un sondaggio effettuato a fine ottobre dall'organizzazione di promozione del turismo, le prenotazioni per il periodo natalizio sono del 19% inferiori a quelle del 2019 e quelle per le settimane bianche di febbraio, in coincidenza con le vacanze scolastiche, del 28%.

Quanto alle stime sull'intera stagione invernale, si prevede una progressione di ospiti svizzeri del 9%, che però non basterà a compensare il crollo dei vacanzieri europei e l'assenza di quelli provenienti da altrove.

Centro di ricerca congiunturale KOF / Svizzera Turismo

Svizzera Turismo ha lanciato lunedì a Zurigo una campagna pubblicitaria che mostra cento attività che possono essere svolte nelle varie regioni linguistiche del Paese e mira soprattutto a spingere gli svizzeri a viaggiare in patria. La promozione, particolarmente orientata al digitale, potrà essere adattata alla situazione pandemica nei messaggi rivolti invece alla clientela estera.

Ne vale la pena?

La campagna è stata intanto criticata da alcuni rappresentanti dei consumatori, che si sono chiesti se valga la pena di spendere milioni di franchi quando, vista la situazione sanitaria, gli svizzeri sarebbero comunque orientati a trascorrere le vacanze nel Paese.

Sotto accusa, inoltre, le tariffe sempre più elevate degli impianti di risalita. Uno dei periodici più diffusi del paese, il bimensile K-Tipp, ritiene che i prezzi dinamici -che variano in base al giorno e all'anticipo con il quale si acquistano i biglietti- siano un sistema per imporre aumenti tariffari in modo non trasparente.

Anche in relazione alla crisi del coronavirus il giudizio è impietoso: secondo il periodico Saldo i gestori degli impianti hanno inserito nei contratti di vendita delle clausole che ribaltano totalmente sulle spalle dei turisti il rischio di chiusura.

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