L'Onu sospende l'espulsione di una famiglia siriana dalla Svizzera
Le Nazioni unite hanno ordinato alle autorità elvetiche di sospendere l'espulsione di una famiglia d'origine siriana, genitori e 5 figli, che vivono in Ticino da 3 anni. Si tratta di una prima in Svizzera.
La loro situazione ha suscitato molta solidarietà, anche politica, in Ticino. Anche il governo cantonale, dopo una raccolta di firme, aveva scritto a Berna, sostenendo la loro causa.
Ma non c'è stato nulla da fare. Il Tribunale amministrativo federale lo scorso marzo ha respinto il loro ricorso confermando la decisione della Segreteria di Stato della migrazione (Sem) di rinviarli in Grecia, il primo paese europeo nel quale la famiglia Gemmo si è registrata.
I legali dei Gemmo hanno dunque presentato ricorso all'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Non ci sarebbero, secondo gli avvocati, gli estremi per il rinvio, in particolare perché almeno due membri della famiglia si trovano in condizioni psicologiche precarie. Ad essere violati sarebbero 13 articoli della convenzione dei diritti dell'infanzia.
E neanche il comitato Onu che si occupa proprio dei diritti dei fanciulli è stato convinto dalla decisione della Sem. Ha dato dunque sei mesi di tempo alla Svizzera per presentare una giustificazione per l'espulsione.
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