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Ticino, crocevia dei sovranisti internazionali

Da Lugano a Mosca: il Ticino al centro di una rete di persone e gruppi legati al sovranismo internazionale. Abbiamo parlato con alcuni protagonisti.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 febbraio 2020 - 12:06
Mattia Pacella, RSI
L'ex ideologo di Donald Trump è sbarcato a Lugano su invito dell’avvocato Tito Tettamanti. Copyright 2017 The Associated Press. All Rights Reserved.

Il 6 marzo 2019 e il 10 giugno 2019. Sono due date importanti perché in Ticino sono sbarcati due pezzi da novanta del sovranismo internazionale: Steve Bannon e Aleksandr Dugin.

A portare in Ticino il primo è l’avvocato Tito Tettamanti. Il secondo invece Roger Etter. "Dugin - spiega l'ex deputato con alle spalle 11 anni di carcere per tentato omicidio - l’ho conosciuto poco prima dell'incontro organizzato dall’associazione Fratria che è nata da un gruppo di amici per fare conferenze culturali".

Gli incontri hanno sollevato molte polemiche. La stampa locale - e non solo – ha dedicato ampio spazio alla vicenda. Secondo gli articoli vi sarebbe una rete di persone e associazioni che da Mosca, passando dall’Italia e dagli Stati Uniti, porta al Ticino.

Ticino terra d’incontri

Cosa c’è davvero dietro a queste dinamiche? Quale il coinvolgimento di queste persone con i movimenti sovranisti? Semplice ideologia o altri interessi? E perché questi incontri avvengono in Ticino? Abbiamo rigirato queste domane ai diretti interessati, non sempre ottenendo risposte.

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Il filosofo “sovranista” a Lugano

Aveva fatto molto discutere la venuta in Ticino di Alexandr Dugin, da molti considerato l’ideologo di Putin, accostato ai movimenti di estrema destra e al sovranismo internazionale.

È Roger Etter, ex parlamentare ticinese dal ’99 al 2003, con alle spalle 11 anni carcere per tentato omicidio, a portarlo a Lugano con la sua associazione “Fratria”. Negli articoli della stampa italiana viene definito “pregiudicato e neonazista”. Dugin era finito sotto i riflettori per la tentata trattativa leghista avvenuta all’Hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre 2018. Una vicenda che è oggetto ancora oggi di un’inchiesta giudiziaria italiana per finanziamento illecito ai partiti

“Io Dugin l’ho conosciuto poco prima – ci spiega Etter - l’associazione è nata da un gruppo di amici per fare conferenze culturali, ci siamo adoperati per averlo qui in Ticino visto che si trovava nei paraggi”.

I giornalisti (ndr.) “hanno subito definito “Fratria” di estrema destra, senza dire però che nel secondo incontro abbiamo invitato anche Giulietto Chiesa, noto comunista e internazionalista”. “Mi hanno inserito in questa rete ma io sono un tappino piccolo. Mi è dispiaciuto parecchio che si è tornati a sollevare la polvere su fatti miei personali passati.”

Svizzera-Russia un asse privilegiato

Proprio il presidente di quella Banca Antonio Fallico è finito nella presunta rete sovranista. Da oltre 40 anni vive a Mosca, viene definito da molti l’italiano più potente di Russia. In Ticino ci viene spesso con la sua associazione Conoscere Eurasia, che promuove le relazioni con la Russia.

Nei mesi scorsi era a Lugano per una conferenza sulle materie prime. Gli chiediamo perché è importante essere qui? “Siamo qui per parlare del quadro economico internazionale. La Svizzera è un paese neutrale, non ha aderito alle sanzioni anti-russe e dunque può assumere un ruolo essenziale per le relazioni con Mosca”.

Semplici conferenze per i diretti interessati, ma chiediamo a Stefano Vergine, autore del Libro nero della Lega se possono celare anche altro. “Tutte queste associazioni possono servire anche a creare contatti tra persone e canali diretti che possono sfociare in affari come è accaduto nella tentata trattativa al Metropol di Mosca”.

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L’avvocato e l’ideologo trumpista

La rete sovranista “ticinese” è ben più ampia e dalla Russia si dipana agli Stati Uniti. Ad approdare a Lugano è stato anche Steve Bannon. Il tanto discusso - e ormai ex - ideologo di Donald Trump è sbarcato nel marzo scorso in Europa. Anche nel vecchio Continente ha cercato di trovare alleati. In quei giorni era in Italia si è recato in riva al Ceresio su invito dell’avvocato Tito Tettamanti.

Dopo l’incontro ticinese, Tettamanti è stato accostato dalla stampa a questa rete sovranista. Da alcuni è addirittura definito “il grande burattinaio”. Abbiamo provato a chiedergli cosa pensa di un tale accostamento, ma l’avvocato non ci ha concesso un’intervista. Ma a quell’incontro c’era anche il collega della RSI Roberto Antonini e gli abbiamo chiesto come è andata. “Bannon all’epoca aveva interesse a venire in Europa, in piena campagna elettorale. Dietro – ci spiega Antonini – c’è sicuramente un progetto, non occulto, ma dichiarato di far convergere diversi movimenti sovranisti europei. Ma le sue idee in fin dei conti non sono riuscite ad attecchire come sperato”.

Un susseguirsi di conferenze e avvenimenti nel nostro cantone. La domanda è se sia semplice associazionismo o dietro c’è dell’altro?

Per Vittorio Malagutti, giornalista dell’Espresso che si è chinato spesso sulla tematica. “Il Ticino è un crocevia importante dal punto di vista finanziario. Dal Ticino possono sempre potenzialmente transitare importanti flussi che vanno a finanziare anche i movimenti sovranisti, anche perché la Svizzera è fuori dall’UE e rimane una piattaforma libera da alcuni vincoli.”.

Molte le domande aperte, ma il Ticino sembra essere terra di incontri.

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