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Arrestato "il più pericoloso jihadista svizzero"

Un 24enne ginevrino, radicalizzato nella moschea di Petit-Sacconex (nel Cantone Ginevra) e partito in Siria per combattere al fianco dell'ISIS, sarebbe stato rintracciato dopo tre mesi di fuga e arrestato lo scorso 18 giugno dalle milizie curde in un'azione coordinata nei pressi del villagio di Baghuz.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 luglio 2019 - 09:13
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 22.07.2019)
Il villaggio di Baghuz era stato strappato al controllo dell'Isis alla fine di marzo. Keystone / Ahmed Mardnli

Definito "il più pericoloso jihadista svizzero" dai domenicali del gruppo Tamedia, il 24enne si sarebbe radicalizzato nel 2014 nella moschea ginevrina prima di entrare nelle file dell'autoproclamato Stato islamico (Isis).

L'uomo, ferito nel corso della sua cattura, si trova ora in una prigione nel nord della Siria ed è stato formalmente identificato da diversi servizi di sicurezza, sostengono i domenicali, citando fonti in Siria e Svizzera.

Baghuz, ultima roccaforte dell'Isis sul suolo siriano, è stata liberata a fine marzoLink esterno dalle milizie curde con l'appoggio degli Stati Uniti. Il 24enne è dunque riuscito a nascondersi per quasi tre mesi, viene precisato, aggiungendo che il ginevrino è l'unico elvetico su una lista dell'Interpol di 173 nomi legati all'Isis. Il suo nome di battaglia sarebbe Abdullah Funsu al-Swissri.

In Siria l'uomo si è sposato ed è attualmente padre di un bambino di undici mesi, indicano i domenicali. La famiglia si troverebbe nel vasto campo profughi di al-Hol, controllato dalle Forze democratiche siriane (FDS), nella regione di Hasake al confine con l'Iraq.

Una ventina jihadisti elvetici

Sono una ventina i combattenti con passaporto rossocrociato o doppia cittadinanza in carcere nella zona di conflitto in Iraq e Siria. Un ragazzo del cantone Vaud, partito per combattere nelle fila dell'Isis, è stato recentemente intervistato dalla Radiotelevisione della Svizzera francese. Pentito chiede di essere rimpatriato, denunciando condizioni insostenibili. Nel servizio, l'intervista completa.

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