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Indice Wef sulla transizione energetica, Svizzera buona allieva

La Svizzera resta in seconda posizione nell'indice sulla transizione energetica stilato dal Forum economico mondiale (Wef). Nel suo rapporto, l'organizzazione mette in guardia sugli effetti nefasti che la pandemia di coronavirus potrebbe avere sull'introduzione di fonti di energia pulite.

Questo contenuto è stato pubblicato il 13 maggio 2020 - 13:10
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 13.05.2020)
Un aspetto ampiamente migliorabile in Svizzera è il consumo di energia pro capite, attualmente molto elevato. Keystone / Gaetan Bally

 La classifica dei Paesi nell'ambito della transizione energetica del Wef Link esternovede in testa la Svezia, che supera Svizzera, Finlandia, Danimarca e Norvegia. Il primo paese extraeuropeo ad apparire è l'Uruguay, in undicesima posizione.

La Confederazione, secondo l'organizzazione internazionale, è prima della classe nell'ambito degli investimenti nell'efficienza energetica e in altri settori come il tasso di elettrificazione o la parte di Prodotto interno lordo dedicata alle sovvenzioni energetiche. Bene anche altri aspetti, come l'utilizzo dei combustibili fossili, le valutazioni delle istituzioni, la qualità delle infrastrutture di trasporto e l'educazione.

La Svizzera è invece una cattiva allieva per le importazioni di energia e il consumo energetico per abitante.

Il rapporto sottolinea che quasi 100 Paesi hanno fatto passi avanti nella preparazione all'utilizzo di più energie pulite. Mantenere i progressi fatti è però una grande sfida. Dei 115 presi in considerazione, solo 12 hanno fatto costanti e misurabili progressi nella transizione energetica negli ultimi sei anni. Tra questi l'Italia, che nella classifica 2020 occupa la 26esima posizione.

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I più grandi consumatori di energia divergono nella direzione intrapresa: India e Cina mostrano forti progressi, mentre Brasile, Canada, Iran e Stati Uniti sono in stallo o addirittura in declino.

La pandemia di coronavirus potrebbe però rimettere in causa gli sforzi "con il calo senza precedenti della domanda, la volatilità dei prezzi e la pressione per attenuare rapidamente l'impatto e i costi socioeconomici", afferma il Wef.

Quest'ultimo lancia un appello affinché i Paesi implementino politiche più solide per affrontare questo tipo di fattori esterni. Inoltre, le misure messe in atto per rilanciare l'economia potrebbero anche rappresentare un'opportunità di accelerare gli sforzi, adattando gli interventi alla sfida energetica.

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