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"Basta cibi di bassa qualità"

Il Consiglio nazionale vuole inasprire le norme per il commercio in Svizzera di alimenti importati

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 maggio 2015 - 21:09

Il Consiglio nazionale ha approvato mercoledì - 109 voti a 65 e 8 astenuti – un progetto della Commissione dell'economia e dei tributi basato sull'iniziativa di Jacques Bourgeois (PLR/FR) che mira a rendere più difficile il commercio in Svizzera di derrate alimentari in vendita nello spazio europeo.

L'iniziativa chiede di escludere i cibi e bevande dall'applicazione del principio in base al quale ogni prodotto con marchio UE può essere venduto liberamente negli Stati membri e in Svizzera. La norma (detta "Cassis de Dijon") era stata approvata nel 2009 dalle Camere federali, ma secondo Bourgeois – direttore dell'Unione svizzera dei contadini – nuoce soprattutto alla strategia della qualità dei produttori elvetici.

Contrari i Verdi liberali, PS, PLR, PPD e parte del PBD, secondo cui il consumatore che non potrà più scegliere andrà ancor più spesso a fare la spesa all'estero, con conseguenti ripercussioni sull'economia nazionale. Il Consiglio federale ritiene invece che la qualità possa essere tutelata anche con la norma attuale, che ha il merito di incentivare la concorrenza e contrastare l'aumento dei prezzi. Il dossier passa al Consiglio degli Stati.

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