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L'UE approva le sanzioni contro la Bielorussia

"Continueremo a monitorare la situazione", ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Keystone / Johanna Geron / Pool

I leader dell'Unione europea dopo lunghe discussioni si sono accordati per imporre sanzioni ad alti responsabili in Bielorussia, accusata di aver falsificato i risultati delle recenti elezioni presidenziali e di aver usato la violenza contro manifestanti pacifici. Il nome del presidente Lukashenko non al momento nella lista.

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 ottobre 2020 - 13:02

La decisione arriva dopo un'impasse, da molti considerata imbarazzante, provocata la uno dei più piccoli membri dell'Unione, Cipro, che ha rifiutato di dare il via libera alle sanzioni nei confronti della Bielorussia fino a che gli Stati membri dell'UE non avessero agito contro la Turchia per le sue trivellazioni effettuate in una zona del mare Mediterraneo orientale soggetta a dispute territoriali.

Dopo diverse ore, i leader si sono messi d'accordo per lanciare un monito nei confronti di Ankara con minacce di sanzioni qualora le operazioni in mare continueranno.

Questo ha fatto sì che Cipro aderisse alle decisioni della maggioranza nei confronti della Bielorussia, dove l'Ue ritiene debbano tenersi nuove elezioni. "Attueremo le sanzioni contro una quarantina di esponenti del regime, con procedura scritta", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il quale ha precisato: "Lukashenko non è sulla lista delle sanzioni", ma "continueremo a monitorare la situazione".

La risposta bielorussa che ha annunciato delle contro-sanzioni non si è fatta attendere.  "Date le restrizioni sui visti imposte dall'Unione Europea ad alcuni funzionari bielorussi, oggi entrerà in vigore una lista di sanzioni di ritorsione della parte bielorussa. Coerentemente con la prassi diplomatica civile, non pubblicheremo questa lista", ha comunicato il ministero degli esteri bielorusso.

La Russia, dal canto suo, ritiene che la decisione dell'Unione Europea di non mettere nella lista nera il presidente bielorusso Alexander Lukashenko sia un segno "positivo". Lo ha dichiarato il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. Allo stesso tempo Peskov ha sottolineato che "nel complesso abbiamo un atteggiamento molto negativo nei confronti della politica delle sanzioni".

Il servizio del Telegiornale:

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tvsvizzerqa.it/Zz/reuters con RSI (TG del 02.10.2020)

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