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Nuova Zelanda, lo stragista in tribunale

Brenton Tarrant, il 28enne australiano accusato dell'attacco nelle due moschee di Christchurch in Nuova Zelanda che hanno causato venerdì la morte di 49 persone, è apparso in tribunale. Pochi minuti dopo il suo ingresso in aula ha fatto 'ok' con la mano, un gesto utilizzato dai suprematisti bianchi e dai troll razzisti su internet.

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 marzo 2019 - 13:02
tvsvizzera.it/fra con RSI
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Intanto sono state identificate due delle 49 vittime dell'attentato. Si tratta di un afghano emigrato nel Paese con i suoi due figli nel 1977, e di un rifugiato siriano che invece era arrivato con la famiglia solo qualche mese fa.

Intanto le autorità sanitarie di Christchurch hanno fatto sapere che sette feriti sono stati dimessi dall'ospedale, altri 39 stanno ricevendo le cure necessarie per ferite da arme da fuoco e 11 sono ancora in terapia intensiva.

Quattro fermi

Sono quattro le persone fermate per l'attacco a Christchurch, in Nuova Zelanda, e nessuna di queste risulta avere precedenti penali o segnalata in alcuna 'lista nera' nel paese o in Australia. Lo ha detto ieri sera in conferenza stampa la prima ministra neozelandese Jacinda Ardern, confermando che un uomo di nazionalità australiana è accusato di omicidio e comparirà in tribunale nelle prossime ore. L'uomo, identificato come Brenton Tarrant, 28 anni, non era noto alle autorità per violenze legate a movimenti di estrema destra.

Intanto indagini sono in corso per stabilire il coinvolgimento di altri due arrestati, mentre la quarta persona fermata è stata già rilasciata.

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