Si vota in Russia, un test importante per Putin
Domenica 10 settembre si va alle urne in Russia in una cinquantina di oblast per l’elezione dei governatori regionali e delle assemblee legislative, dei sindaci e dei consigli municipali. Se sono diverse le tempistiche e le modalità per oblast (suddivisione territoriale che corrisponde grossomodo alla regione) e tipo di elezione, si tratta comunque di un test importante per Vladimir Putin e Russia Unita, il partito che fa riferimento al presidente.
È la prima tornata elettorale con milioni di russi chiamati ad esprimersi da quando è iniziata quella che a Mosca è chiamata ancora operazione speciale e al voto vanno anche le quattro regioni annesse lo scorso anno, quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson.
In 21 oblast verranno eletti direttamente i nuovi governatori regionali. Tutti gli uscenti, a parte un comunista e due indipendenti, sono esponenti di Russia Unita: il più illustre è il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin, eletto per la prima volta nel 2010, l’ultima nel 2018 con oltre il 70% delle preferenze.
Al di là del risultato che appare scontato, qui come altrove, un dato significativo in ogni caso potrà essere quello dell’affluenza alle urne. A Mosca nel 2018 aveva votato solo il 30% degli aventi diritto, segnale comunque di un certo scetticismo nei confronti del sistema politico.
Difficile che la tendenza si inverta radicalmente con il paese che sta affrontando la guerra e confrontandosi con le sanzioni occidentali. In un sondaggio del Levada center dello scorso aprile il 39% dei russi ha dichiarato di interessarsi di politica e il 25% di credere di non poterla influenzare.
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