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Inchiesta chiusa e ora inizia la battaglia al Congresso

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Questo contenuto è stato pubblicato il 23 marzo 2019
tvsvizzera/reuters/ats/spal con RSI (TG del 23.3.2019)

Il procuratore speciale Robert Müller ha chiuso l’inchiesta e consegnato il rapporto al ministro di Giustizia William Barr sui presunti condizionamenti della Russia nelle elezioni presidenziali del 2016.

Tra gli indagati ci sono personaggi di primo piano dell’entourage dell’attuale presidente Donald Trump, tra i quali spiccano Paul Manafort, responsabile della campagna, l’avvocato personale Michael Cohen e il consigliere della sicurezza nazionale Michael Flynn, dimessosi tre settimane dopo la sua investitura. La questione centrale riguarda l’eventuale coinvolgimento della Casa Bianca nelle accuse di collusione che potrebbero essere emerse dall’inchiesta su cui però nessun dettaglio è stato ancora reso pubblico.

William Barr dovrà ora stabilire quali sono le informazioni che possono essere comunicate al Congresso che sarà chiamato a esprimersi sulla vicenda, in particolare quelle relative a possibili tentativi di Donald Trump di ostacolare il lavoro degli inquirenti. Per il presidente, che nella sua tenuta a Mar-a-Lago in Florida sta definendo con i suoi legali la strategia da tenere, il Russiagate non è altro che “una caccia alle streghe”.

Altri sviluppi

In proposito il Cremlino ha rigettato ogni responsabilità ma un documento declassificato nel gennaio 2016 dei servizi di informazione riferisce che Mosca ha ordinato esplicitamente ai suoi agenti di interferire nella campagna presidenziale allo scopo di danneggiare la candidata democratica Hillary Clinton a favore dell’attuale presidente.

Da parte sua il ministro di Giustizia William Barr, entrato in carica il mese scorso, ha promesso in un’audizione al Senato di attenersi ai principi dello Stato di diritto e alla Costituzione a tutela dell’inchiesta. Ma diversi esponenti democratici temono che non consentirà la pubblicazione integrale del rapporto del procuratore straordinario Robert Müller.

In particolare l’Attorney General non sembra disposto a rendere note le parti riguardanti personaggi per i quali non si profilano responsabilità penali. A termini di regolamento infatti il ministro di Giustizia è tenuto a trasmettere ai membri delle commissioni giudiziarie del Congresso solo gli elementi principali delle inchieste affidare a un procuratore straordinario. Ma la battaglia politica su questo punto è in corso.

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