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Venezuela, sostegno europeo per Guaidò

Il Parlamento europeo ha riconosciuto giovedì l'autoproclamato presidente del Venezuela Juan Guaidò come capo di Stato "de facto". L'Unione Europea ha inoltre deciso di "stabilire un gruppo di contatto internazionale per accompagnare il processo democratico verso nuove elezioni presidenziali in Venezuela". 

Questo contenuto è stato pubblicato il 31 gennaio 2019 - 21:10
tvsvizzera.it/Zz/ap/ats con RSI (TG del 31.01.2019)
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Il gruppo sarà coordinato dall'Ue, il suo lavoro sarà soggetto ad una revisione dopo 90 giorni, ne faranno parte alcuni paesi dell'Unione (tra cui Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Italia) e Stati dell'America Latina (tra cui Bolivia e Ecuador). Lo ha annunciato l'Alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini al termine della prima giornata di lavori della riunione dei ministri degli esteri, a Bucarest.

"Il gruppo di contatto non è una mediazione o un dialogo formale, ma serve ad accompagnare il percorso" attraverso la pressione internazionale "per permettere ai venezuelani di esprimersi in modo democratico e pacifico con nuove elezioni presidenziali. Se il gruppo di contatto non avrà una dinamica costruttiva o utile sul terreno entro novanta giorni, sarà sciolto. La prima riunione si terrà la prossima settimana", ha detto Mogherini, che ha spiegato di aver parlato dell'iniziativa anche col segretario di Stato degli Usa Mike Pompeo.

L'Alto rappresentante ha dichiarato che la posizione dei Paesi dell'Unione europea sul dossier è "molto unita", ribadendo "il pieno supporto all'assemblea nazionale, come l'organismo democratico legittimo del Venezuela, ed il più forte sostegno possibile al suo presidente", Juan Guaidò, ricordando che "le elezioni presidenziali di maggio [vinte da Nicolas Maduro, ndr] non avevano legittimità democratica".

Guaidò ha dichiarato in un editoriale pubblicato sul New York Times che Maduro avrebbe le ore contate, e di avere già preso contatti con l'esercito per ottenerne il sostegno. Le forze armate, fino a questo momento, si sono sempre schierate per il "vecchio" presidente. Il servizio della Radiotelevisione svizzera.

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