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Consegnati i primi lotti di vaccini donati da Covax

Il carico atterrato lunedì in Costa d'Avorio. Copyright 2021 The Associated Press. All Rights Reserved.

È iniziata martedì la campagna vaccinale anti-Covid in Ghana, paese che la settimana scorsa aveva ricevuto il primo carico al mondo di 600'000 dosi gratuite fornite dall'alleanza internazionale Covax. Voluto dalle Nazioni Unite, il programma mira all'immunizzazione dei Paesi a basso reddito. Ha già fornito vaccini a sei Stati di tre continenti diversi; ultima in ordine di tempo la Nigeria, destinataria di quasi quattro milioni di dosi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 marzo 2021 - 21:00

È stato il presidente ghanese Nana Akufo-Addo, 76 anni, la prima persona al mondo a ricevere un vaccino donato da Covax. Gli è stato iniettato lunedì in diretta tv, così da mostrare alla popolazione che si tratta di un rimedio sicuro. L'agenzia del farmaco del Ghana -Paese che dall'inizio della pandemia ha registrato almeno 84'000 casi e 607 decessi- ha da poco autorizzato il vaccino di AstraZeneca fabbricato in India e il russo Sputnik V. Il piano vaccinale delle autorità prevede l'immunizzazione di 20 dei 30 milioni di abitanti entro l'anno.

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Covax è formata dall'Alliance for vaccines (Gavi), dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dalla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi). In base ai suoi piani, 145 Paesi riceveranno in totale 337,2 milioni di dosi entro metà anno e almeno 1,3 miliardi entro fine 2021. Il secondo lotto, 500'000 dosi, è giunto lunedì in Costa d'Avorio.

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Ma mentre anche il Sudamerica e l'Estremo oriente ricevono i primi lotti dei vaccini prodotti e distribuiti grazie ai finanziamenti dei Paesi più sviluppati, giunge una richiesta di aiuto dalla stessa Europa. Il presidente montenegrino Milo Djukanovic ha lanciato martedì l'allarme per il peggioramento della situazione epidemiologica nel Paese.

In Montenegro, dove le forniture di Covax tardano ad arrivare e le uniche dosi disponibili sono le poche migliaia donate dalla Serbia, non è ancora potuta partire una massiccia campagna vaccinale e su appena 600'000 abitanti si contavano lunedì 449 nuovi casi su 1'555 test. Il numero totale di decessi ha superato i 1'000 di cui 210 solo in febbraio, con un incremento del 70% rispetto a gennaio.

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Djukanovic, che si è detto a favore di un divieto di ingresso nel Paese per le persone prive di test negativo al Covid, ha rinnovato l'appello alla popolazione a rispettare le misure di prevenzione ed esortato il governo a intervenire con misure urgenti.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 02.03.2021)

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