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Erdogan vuole un nuovo patto con l'Ue, scontri a Kastanies

Venerdì mattina sono stati segnalati nuovi scontri a Kastanies, località greca alla frontiera nei pressi della città di Edirne, dove i migranti spinti dalla Turchia cercano da giorni di entrare nel territorio ellenico.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 marzo 2020 - 21:25
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 6.3.2020)
La polizia greca lancia lacrimogeni al di là della frontiera per disperdere i profughi siriani. Keystone / Dimitris Tosidis


La polizia di frontiera greca ha sparato gas lacrimogeni e fatto uso di cannoni ad acqua contro gruppi di persone che cercavano di oltrepassare il confine. Da parte loro gli agenti turchi hanno risposto lanciando a loro volta lacrimogeni verso il lato greco con i migranti in mezzo che si sono difesi scagliando pietre contro le forze dell'ordine.

Atene subito ha accusato Ankara di aver compiuto "attacchi coordinati" con droni per "aiutare i migranti ad attraversare la recinzione sulla linea di confine" e di aver fornito ai profughi utensili per tagliare o danneggiare le recinzioni.

Il servizio del Tg:

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Il numero di migranti assiepati al confine greco-turco, secondo fonti di Ankara, è salito a 142'175 mentre le autorità elleniche hanno confermato di aver impedito lo sconfinamento di 35’000 irregolari.

Sul fronte diplomatico il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha appena concordato una tregua in Siria con Vladimir Putin, ha affermato che gli accordi con l'Ue, riguardo ai 3,6 milioni di profughi siriani sul suo territorio, "non funzionano più" e vanno rinegoziati.

Da Zagabria i ministri Ue, che hanno respinto "fortemente l'uso della pressione migratoria a fini politici", hanno definito "inaccettabile questa situazione alle frontiere esterne". E non sembrano disposti a versare altri 500 milioni di euro alla Turchia del presidente Erdogan, il quale ha detto di non aver "più tempo di discutere con la Grecia". Per quel che lo riguarda i profughi, ha continuato, "andranno fin dove possono".  

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