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Msf: "Cento migranti morti in un naufragio"

Oltre 100 migranti sono morti all'inizio di settembre in un naufragio al largo delle coste libiche. Lo ha comunicato lunedì Medici Senza Frontiere (Msf), che cita le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti poi trasferiti nei centri di detenzione libici. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 settembre 2018 - 13:34
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 11.09.2018)
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Tra le vittime, indica Link esternoMsf,Link esterno ci sarebbero anche venti bambini tra cui due piccoli di 17 mesi. Solo due corpi sono stati recuperati. Un sopravvissuto ha riferito che è stata contattata la Guardia costiera italiana, ma quando i "soccorritori europei sono giunti la barca era già affondata".

Chi si è salvato è stato riportato nei campi di detenzione libici, scrive Msf. Keystone

I due gommoni avevano lasciato le coste libiche il primo settembre. Ciascuno trasportava decine di persone, la grande maggioranza delle quali africane (provenienti da Sudan, Nigeria, Camerun, Ghana, Libia, Algeria e Egitto). 

Una delle imbarcazioni si è fermata per una panne al motore, ha detto uno dei superstiti, mentre l'altra ha proseguito ma ha cominciato presto a sgonfiarsi. "A bordo c'erano 165 adulti e 20 bambini". Pochi sapevano nuotare e pochi avevano dei giubbotti di salvataggio, solo quelli che si sono aggrappati ai resti del gommone sarebbero riusciti a salvarsi". 

Quando le due imbarcazioni si sono separate "il telefono satellitare ci ha mostrato che non eravamo lontani da Malta. Abbiamo chiamato la guardia costiera italiana e mandato le nostre coordinate, chiedendo assistenza mentre le persone cominciavano a cadere in acqua. Ci hanno detto che avrebbero mandato qualcuno. Ma il gommone ha cominciato ad affondare", ha proseguito il superstite. 

Solo 55 persone che si trovavano sulla sua imbarcazione sarebbero sopravvissute. 

Le persone recuperate sono state più tardi recuperate dalla guardia costiera libica che le ha portate, assieme ai naufraghi del primo gommone, a Khoms, dove Msf ha raccolto le testimonianze e prestato le cure di emergenza ai feriti.

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