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Italiani nella legione straniera per scappare dalla crisi

Sono molti i militi che giungono dall'Italia. Ma la maggior parte poi diserta. Viaggio all'interno del corpo militare francese che continua a rappresentare una allettante alternativa di vita

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 giugno 2015 - 10:44

Si prende un treno per Aubagne, alle porte di Marsiglia. Ci si presenta alla Caserne Viénot, le cui porte sono sempre aperte, 24 ore su 24. Si compila un modulo, si consegnano i documenti, i vestiti, il cellulare.

Coloro che verranno selezionati riceveranno un nuovo nome, una divisa e una missione: difendere la Francia ovunque ve ne sia bisogno - dalla Guyana a Maiotte, passando per l'Afghanistan, Gibuti e la Costa d'Avorio. All'alba del ventunesimo secolo, la Legione Straniera francese è più viva che mai e continua a rappresentare – specie in tempi di crisi economica - una allettante alternativa di vita per migliaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo.

"Ognuno ha diritto a una seconda opportunità – spiegano i militari della base di Malmousque, dove vengono organizzati corsi avanzati di subacquea -. La Legione, oggi più che mai, è una grande famiglia che offre a chiunque la possibilità di iniziare una nuova esistenza, fatta di avventura, onore e coraggio. Ovviamente, indossando il Képi blanc".

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