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USA-Russia, Tillerson: "fiducia molto bassa"

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A Mosca, dove mercoledì il segretario di Stato americano Rex Tillerson era atteso dal ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, c’è stato un fuori programma. Anche il presidente Vladimir Putin ha voluto incontrare Tillerson, riflesso delle tensioni che caratterizzano le relazioni tra i due Paesi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 aprile 2017 - 21:55
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 12.04.2017)

Il presidente statunitense Donald Trump, nella notte, aveva detto che il sostegno russo a Bashar al-Assad –definito ‘una persona diabolica’ e ‘un animale’- è nocivo per il mondo intero.

Putin, in mattinata, aveva dichiarato che da quando il miliardario è alla Casa bianca i rapporti tra Russia e Stati Uniti sono peggiorati e la fiducia, soprattutto sul piano militare, è venuta meno.

L’incontro tra Putin e Tillerson si è concluso in serata. La Russia ha fatto sapere di volere un’inchiesta internazionale sull’attacco chimico di Idlib “onesta e imparziale” e di voler collaborare a una soluzione diplomatica del conflitto. Più pessimista il segretario di Stato americano, che ha parlato di “livello di fiducia molto basso” con la Russia.

Il Telegiornale della Radiotelevisione svizzera propone l'analisi di Nicola Lombardozzi, giornalista, ex corrispondente dalla Russia del quotidiano 'La Repubblica' [minuto 14'27''].

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Intanto, a confermare la giornata di tensione internazionale, ci sono state scintille durante la riunione di mercoledì del Consiglio di sicurezza dell’Onu. La Russia, per voce del vice ministro degli esteri Gennady Gatilov, ha ribadito che non voterà la risoluzione che chiede al governo siriano di cooperare in un’indagine sul sospetto attacco chimico nella provincia di Idlib la scorsa settimana.

Il rappresentante russo all’Onu ha definito inaccettabile la risoluzione voluta dagli altri membri e ha rincarato la dose facendo del sarcasmo sul fatto che, nonostante nessuno abbia ancora visitato il sito dell’attacco, Francia e Regno Unito sostengano di avere già prove certe, dubitando così dell’imparzialità di un’inchiesta.

Posizioni che hanno suscitato la reazione piccata dei due Paesi interpellati, che non hanno usato mezzi termini: la Russia, hanno detto, è dalla parte sbagliata della storia.



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