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Francia di nuovo nel terrore

A Nizza, la Festa nazionale è finita con 84 morti; un uomo alla guida d'un camion ha travolto la folla sul lungomare LIVE TICKER

Questo contenuto è stato pubblicato il 15 luglio 2016 - 13:50

La Francia è nuovamente sotto attacco. Giovedì sera, a Nizza, la Festa nazionale è finita nel sangue. Un uomo, identificato come franco-tunisino, alla guida di un camion, ha travolto la folla, che si trovava sul lungomare. I morti sono almeno 84. I feriti un centinaio, fra cui molti bambini. 18 sono in gravi condizioni.

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Sono appena passate le 22.30, fuochi d'artificio e celebrazioni per la Festa nazionale non fanno a tempo a finire che entra in scena il terrore. Un TIR sfonda i cordoni di sicurezza e a 80 all'ora punta dritto verso la folla, condensata sul lungomare, sulla celebre Promenade des Anglais su cui, ogni anno, passeggiano turisti del mondo intero.

È il panico.

"Abbiamo attraversato la promenade e una volta sul marciapiede, la folla ha iniziato a urlare e a correre ovunque. Ci siamo girati e il camion era proprio dietro di noi. Stava schiacciano la gente. Abbiamo anche sentito degli spari."

Spari che provengono dal camion, che continua la sue folle corsa per un paio di chilometri, a zigzag, cercando di investire il maggior numero possibile di persone.

A terra, morte, ne cadranno molte, oltre 80, tra cui una donna di 54 anni ticinese, di Agno. Suo marito si è invece salvato, ma fa parte degli innumerevoli feriti, tra cui una ventina sono tra la vita e la morte.

Il conducente viene infine abbattuto dopo un lungo scontro a fuoco con la polizia.

Grazie ai documenti ritrovati sul mezzo, si scoprirà essere Mohamed Bouhlel, un 31enne di Nizza, di origine tunisine, tornato in Francia dal Nord Africa proprio con il camion, ormai crivellato di colpi, usato per compiere questa strage, sul quale sono state ritrovate armi automatiche e granate che rivelano una volta di più la volontà di spargere, con ogni mezzo, più sangue possibile.

Lo Stato d'emergenza proclamato dopo gli attentati del 13 novembre avrebbe dovuto terminare tra meno di due settimane. Ma ora ci sono grandi incognite, non solo sulla sua durata, ma anche sulla sua efficacia.

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