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Stallo al vertice UE, scontro Italia-Paesi Bassi sul diritto di veto

La cancelliera tedesca Angela Merkel (centro) media tra i contendenti Giuseppe Conte (sinistra) e l'olandese Mark Rutte. A destra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Keystone / Francisco Seco / Pool

Restano distanti le posizioni riguardo al Fondo per la ripresa (Recovery Fund) che dovrebbe consentire ai membri dell'Unione Europea di superare la grave crisi economica innescata dalla pandemia di coronavirus.

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 luglio 2020 - 21:11
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 18.7.2020)

Neanche il vertice ristretto a sette, che ha preceduto la seconda giornata di lavori del Consiglio europeo in corso a Bruxelles, è stato in grado di sbloccare il negoziato.

La Svezia, a nome dei paesi frugali (Svezia, Olanda, Austria e Danimarca), ha presentato una posizione in cui chiede di non andare oltre i 150 miliardi di sussidi come dotazione massima per il Recovery Fund.

Proposta di compromesso di Michel

Per uscire dall'impasse il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha proposto sabato di mantenere intatto il volume totale di 750 miliardi di euro ma di ridurre la quota di sussidi (a 450 miliardi da 500), cambiando l'equilibrio tra i trasferimenti a fondo perduto e i prestiti (a 300 miliardi da 250).

In serata il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha dichiarato che "non vi è stata alcuna svolta" ma "siamo avviati nella giusta direzione". "Come ci aspettavamo, è una battaglia dura" e ci sono ancora "molte cose" da discutere, ha precisato il premier austriaco, riferendosi in particolare al "volume totale" del Recovery Fund" e alle garanzie sul buon utilizzo dei soldi per le riforme e a quelle sul rispetto dei principi dello Stato di diritto in merito all'allocazione degli aiuti.

"Nel complesso - ha aggiunto - c'è ancora qualche sforzo davanti a noi, l'unica domanda a cui certamente non posso rispondere è se finiremo oggi o domani, o quando ci sarà un nuovo potenziale round" di trattative.

Conte: più complicato del previsto

Secondo il premier italiano Giuseppe Conte siamo in una fase di stallo nelle trattative all'interno del Consiglio europeo che "si sta rivelando molto complicato, più complicato del previsto" e "sono tante "le questioni su cui stiamo ancora discutendo che non riusciamo a sciogliere".

Il premier italiano ha ammesso in una diretta Facebook che "ci stiamo confrontando duramente con l'Olanda, ma anche con altri paesi frugali che non condividono la necessità di una risposta così sussistente per i sussidi ma mettono in discussione in parte i prestiti". "Stiamo cercando di coinvolgere tutti, ha continuato Giuseppe Conte, nella prospettiva europea".

Scontro sul diritto di veto

Il nodo riguarda anche il diritto di veto (unanimità del Consiglio UE) che il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte insiste nel voler mantenere nell'erogazione dei fondi ai singoli Stati, ma che è fortemente osteggiato da Roma.

Intanto sempre in serata fonti diplomatiche europee sostengono che Michel dovrebbe presentare a breve una nuova proposta da sottoporre ai leader europei, nel tentativo di raggiungere un compromesso sul Recovery Fund ed sul  Bilancio dell'UE per il 2021-2027.

Da Bruxelles Tomas Miglierina

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