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Espulsioni dei siriani, la Grecia chiede tempo

Francia e Germania inviano specialisti per accelerare le pratiche sull'asilo nei centri di registrazione dell'Egeo. Proteste contro il piano Ue

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 marzo 2016 - 21:13

Oggi dovevano iniziare i rimpatri di immigrati stabilito dall'ultimo vertice Ue ma la Grecia chiede più tempo, anche perché gli sbarchi di siriani, in particolare sulle isole di Lesbos continuano.

Da ieri i migranti presenti nelle isole dell'Egeo sono stati portati sul continente per consentire lo svuotamento dei centri di registrazione dove da oggi i profughi dovranno depositare richiesta d'asilo, in alternativa al respingimento immediato in Turchia, come indicato dal piano europeo. "Tertium non datur" come dicevano i latini, per cui sarà esclusa la prosecuzione del viaggio da parte dei migranti in altri lidi, quali Germania o Svezia.

Ma per non violare gli accordi internazionali e i diritti dei rifugiati ogni caso sarà esaminato singolarmente e i primi rientri (espulsioni) inizieranno come previsto il 4 aprile. Per rispettare questa tempistica Berlino e Parigi hanno assicurato l'invio di 600 specialisti nel campo dell'immigrazione. Intanto però in diverse piazze europee si sono svolte manifestazioni contro il piano europeo ritenuto lesivo dei diritti dell'uomo.

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