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Vertici di Volkswagen rinviati a giudizio negli Stati Uniti

L'ex amministratore delegato di Volkswagen Martin Winterkorn è stato accusato negli dagli Stati Uniti per lo scandalo del dieselgate. Nei suoi confronti sono state mosse le accuse di cospirazione e di violazione del Clean Air Act. Lo riporta l'agenzia Bloomberg. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 maggio 2018 - 13:50
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 04.05.2018)
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Rischia fino a 5 anni di carcere e una forte sanzione, ma l'ex ceo di Volkswagen, Martin Winterkorn, non dovrà temere l'estradizione negli Stati Uniti, dove la giustizia lo ha accusato di frode e cospirazione nel dieselgate.

Winterkorn si è dimesso dal suo ruolo di amministratore delegato nel settembre 2015, pochi giorni dopo che lo scandalo è emerso. Sarebbe stato al corrente delle manipolazioni almeno dal 2014.

Martin Winterkorn. Keystone


Assieme a lui sono accusati altri cinque dirigenti del gruppo automobilistico tedesco per le stesse ragioni: "Hanno coscientemente e deliberatamente commesso frode" per aggirare le leggi statunitensi in materia di inquinamento, si legge nei documenti giudiziari depositati presso il tribunale federale di Detroit, dove è indicato che i sei "hanno cospirato per arricchire illegalmente VW e loro stessi".

Niente estradizione dalla Germania

 La probabilità di vedere Winterkorn comparire davvero davanti ai giudici è però praticamente nulla.

 "Lo Stato tedesco non consegna i suoi cittadini ad altri Stati all'estero, fatta eccezione per gli Stati europei e i tribunali internazionali", ha spiegato stamani in conferenza stampa a Berlino il portavoce del ministero della Giustizia, rispondendo a una domanda sul caso. A impedire l'estradizione è un articolo dalla costituzione tedesca.

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