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Storico scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina

Kiev e Mosca hanno effettuato uno scambio senza precedenti di prigionieri, tra i quali il cineasta ucraino Oleg Sentsov. Potrebbe essere il primo segnale di un riavvicinamento dei due paesi dopo cinque anni di conflitto.

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 settembre 2019 - 21:05
tvsvizzera.it/Zz/afp con RSI (TG del 07.09.2018)
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L'aereo che trasportava gli ucraini è atterrato a Kiev sabato. Ad attenderlo i famigliari dei rimpatriati e il presidente Volodymyr Zelensky. Il più celebre tra i prigionieri è il 43enne Oleg Senstov arrestato in Crimea per aver protestato contro l'annessione della penisola alla Federazione russa. È stato poi condannato a 20 anni di detenzione per "aver pianificato attacchi terroristici".

Nel 2018, aveva fatto uno sciopero della fame di 145 giorni ed era stato molto seguito dai media ricevendo molti messaggi di sostegno, anche durante il festival di Cannes.

Da parte ucraina, il prigioniero rilasciato che ha fatto più discutere è Volodymyr Tsemakh, ex capo militare dei separatisti pro-russi nell'est dell'Ucraina nonché testimone chiave nel caso del crash del volo MH17 in quanto ex responsabile della "difesa aerea" dei separatisti. Il suo rilascio ha provocato la preoccupazione degli inquirenti olandesi che si stanno occupando del caso dell'aereo, abbattuto da un missile cinque anni fa. 298 persone morirono.

"Un passo verso normalità"

Il presidente russo Vladimir Putin aveva già annunciato giovedì un grande scambio di prigionieri, senza precisare però una data, ma indicando che sarebbe stato "un grande passo verso la normalizzazione delle relazione tra i due paesi". Ha aggiunto che sia Mosca che Kiev hanno avuto difficoltà a mettersi d'accordo sui nomi delle persone da rilasciare. 

Si tratta del primo scambio di prigionieri di questa portata tra i due paesi dall'inizio del conflitto nell'est dell'Ucraina nel 2014. La notizia è stata accolta con piacere da molti leader mondiali. Il presidente statunitense Donald Trump l'ha definito "un passo gigante verso la pace", mentre le cancelliera tedesca Angela Merkel "un segnale di speranza".

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