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Brexit, "non c'è tempo da perdere"

Merkel, Hollande e Renzi riuniti a Berlino; la cancelliera: "nuove priorità per l'Europa"; il premier italiano: "più attenzione al sociale"

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 giugno 2016 - 01:16

"Siamo sicuri che l'Ue è abbastanza forte per dare la risposte giuste" alla decisione del popolo britannico di uscire dall'Unione. È quanto si legge in una dichiarazione comune di Angela Merkel, François Hollande e Matteo Renzi, diffusa dopo che i leader di Germania, Franci e Italia si sono incontrati lunedì, a Berlino.

"Il voto britannico va rispettato" ha detto la cancelliera tedesca, ora l'Europa deve però darsi nuove priorità. "Meno banche e più attenzione all'aspetto sociale", ha dichiarato il premier italiano Matteo Renzi.


"Con il Regno Unito non ci saranno negoziati informali finché il governo di Londra non attiverà formalmente la clausola di recesso, contenuta nell'articolo 50 del trattato di Lisbona."

La posizione europea è chiara, e l'ha ribadita poco fa a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel, dopo una riunione straordinaria con il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi e il presidente francese François Hollande. "Bisogna fare in fretta, muoversi rapidamente."

Lo stesso mantra che da giovedì scorso si continua a ripetere nei corridoi e nelle stanze dei bottoni di Bruxelles. L'Unione, dicono, deve assolutamente evitare un effetto a catena negli altri stati membri euroscettici.

Lo sguardo è rivolto ora al vertice europeo di martedì. Ma il premier dimissionario britannico David Cameron non farà niente. Dirà soltanto, come ha ripetuto ancora lunedì alla Camera dei Comuni, che attivare la clausola di recesso sarà compito del suo successore, il nuovo inquilino di Downing Street, che però sarà eletto prima del previsto. Non più ottobre, ma entro dieci settimane, il 2 settembre.

Una piccola concessione all'Europa forse, che intanto raccoglie i cocci e vuole guardare avanti. Il capo della diplomazia europea Federica Mogherini ha scritto un documento per il rilancio della politica estera e di sicurezza dell'Unione che sarà presentata al summit di martedì. Nel quale è scritto, mormorano alcuni giornali, nero su bianco, che oggi "la stessa esistenza dell'Unione è messa in discussione".

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