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Berlusconi assolto

Caso Ruby: la Cassazione conferma l'assoluzione del leader di Forza Italia dalle accuse di concussione e prostituzione minorile. L'ex premier: "Finalmente la verità, ora di nuovo in campo per costruire un'Italia più giusta"

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 marzo 2015 - 13:57

«Finalmente la verità. Oggi è una bella giornata per la politica, per la giustizia, per lo stato di diritto. Ero certo che le mie ragioni sarebbero state riconosciute. Rimane però il rammarico per una vicenda che ha fatto innumerevoli danni non solo a me ma a tutti gli italiani». Così si è espresso l'ex premier italiano Silvio Berlusconi riferendosi alla sua assoluzione nel caso Ruby. «Ora, archiviata anche questa triste pagina, sono di nuovo in campo per costruire, con Forza Italia e con il centrodestra, un'Italia migliore, più giusta e più libera», ha aggiunto.

I fatti

La Cassazione ha definitivamente assoluzione dell'ex premier italiano Silvio Berlusconi dall'accusa di concussione e prostituzione minorile. E questo dopo una lunghissima camera di consiglio. Ricordiamo che in primo grado il leader di Forza Italia era stato condannato a sette anni di reclusione dal tribunale di Milano. In appello, invece, fu prosciolto e ora la Cassazione han convalidato quella decisione.

L'accusa

Nella sua requisitoria, il sostituto procuratore generale della Cassazione, Eduardo Scardaccione, aveva sottolineato «la piena sussistenza» dei reati contestati all'ex premier. Per quanto riguarda l'accusa più grave, quella di concussione, ad avviso del pg nella telefonata che Berlusconi fece al capo di gabinetto della questura di Milano, Pietro Ostuni, era stata esercitata «una pressione irresistibile per la sproporzione tra il soggetto che "subiva" la telefonata e il soggetto che da presidente del Consiglio, aveva chiamato». Secondo il pg questa è stata la «violenza originaria» che ha caratterizzato il reato concussivo.

«La violenza di Berlusconi è stata grave, perdurante e inammissibile» ed inoltre fin dall'inizio «era consapevole che Ruby era minorenne». Durissimo a questo proposito, l'affondo del pg sulla «passione per le minorenni» nutrita da Silvio Berlusconi: ad avviso di Scardaccione «non è una coincidenza che, per usare le parole di Ruby, Noemi Letizia era la sua pupilla e Ruby il suo "fondoschiena", ed entrambe erano due minorenni».

La difesa

Il professore Franco Coppi ha risposto alle obiezioni del pg catturando l'attenzione del collegio presieduto da Nicola Milo. «La sentenza di assoluzione ammette che ad Arcore si sono svolte cene e prostituzione a pagamento, cosa che la difesa non contesta, ma nella sentenza non si trova la prova di alcuna minaccia implicita od esplicita rivolta a Ostuni».

Coppi ha poi aggiunto: «il mio assistito non me ne vorrà, ma io non posso calarmi il velo davanti agli occhi: queste ragazze frequentavano Berlusconi e lo chiamavano quando si trovavano nei guai o avevano dei problemi» ma l'ex premier - ha proseguito Coppi - non sapeva assolutamente che Ruby era minorenne, tanto è vero che nella telefonata nella quale la sente la notte tra il 27 e 28 maggio, le fa una scenata e da quel momento non la vuole più rivedere«.

Tra circa un mese si conosceranno le motivazioni della decisione dei supremi giudici la cui estensione è affidata all'ex gip di Roma, Orlando Villoni.

ATS/red

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