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"Non posso fare tutto da solo"

Matteo Renzi chiama a raccolta il partito, soprattutto le varie niame interne che non seguono la sua nuova linea. Nel frattempo anche la popolarità del governo continua a scendere

Questo contenuto è stato pubblicato il 17 settembre 2014

Il premier Matteo Renzi ha chiamato martedì a raccolta il partito per la nomina della nuova segreteria. Un tentativo per l'ex sindaco di Firenze di ricompattare un Pd che rischia di implodere, diviso tra le varie anime interne non proprio in linea con la nouvelle vogue inaugurata da Renzi. "Con il 41% non posso fare tutto da solo" ha esordito nella riunione a via del Nazareno tendendo una mano alle opposizioni che vedranno l'ingresso di loro esponenti nell'organo direttivo.

Una mossa che però non ha placato gli animi con Pierluigi Bersani, Massimo D'Alema e Gianni Cuperlo sempre sugli scudi. Tanti i fronti aperti: dalla riforma del lavoro alla legge elettorale fino alla Giustizia. Ultimo nodo da sciogliere in ordine di tempo è quello dell'articolo 18. I problemi di tenuta del consenso per Renzi però non riguardano solo la squadra parlamentare ma anche i suoi elettori, con i sondaggi che lo vedono in picchiata rispetto all'oltre 60% di inizio mandato.

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