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Traffico di migranti, 38 arresti

Su ordine della procura di Palermo, fermati 25 eritrei, 12 etiopi e un italiano; tra le attività criminali, anche il traffico di droga e di organi

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 luglio 2016

La giustizia italiana ha inferto un nuovo, duro colpo ai trafficanti di esseri umani: sono 38 gli arresti eseguiti in diverse città su ordine della procura di Palermo, tutte persone appartenenti a una rete internazionale che gestisce la tratta di migranti nello stretto di Sicilia. Tra le attività criminali, anche il traffico di droga e di organi.

Giungono dalla procura di Palermo nuovi elementi che permettono di definire meglio i contorni criminali di un dramma che vediamo quotidianamente raffigurato attraverso gli sbarchi, e che mostrano - una volta in più - quanto sia fiorente e articolato il mercato di esseri umani.

Altri sviluppi

L'indagine ha permesso l'arresto di 38 persone, tutte appartenenti a una delle principali organizzazioni che gestiscono la tratta di migranti tra l'Africa e le coste Siciliane. Quattromila quelli fatti arrivare nella sola estate del 2015, aiutati poi a fuggire dai centri di accoglienza, e portati a Roma e a Milano da dove proseguivano verso destinazioni del nord Europa. Proprio in un negozio romano è stata individuata la centrale finanziaria della rete criminale.

A chi pagava di più, l'organizzazione garantiva l'arrivo in Italia via terra o in aereo attraverso ricongiungimenti familiari fittizzi. Affari d'oro si facevano anche con la droga proveniente dell'Etiopia e imbarcata insieme ai migranti.

Buona parte dell'inchiesta si fonda sulle dichiarazioni di un trafficante pentito, un eritreo che collabora da un anno con la giustizia italiana.

È lui a rivelare uno degli aspetti più atroci di questa tragedia senza fine: il traffico di organi. Quelli dei migranti che non riescono a pagare il viaggio già effettuato via terra, e che non possono cominciare quello via mare. Venduti dai trafficanti a criminali libici o egiziani che li uccidono per prelevarne gli organi e rivenderli.

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