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Balon Mundial, la coppa del mondo dei migranti

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Questo contenuto è stato pubblicato il 10 luglio 2018 - 09:35

Mille atleti e atlete provenienti da 28 nazioni diverse stanno disputando, a Torino, la Coppa del mondo dei migranti piemontesi

Fase finale per i Mondiali di calcio in Russia. È però a Torino che si sta svolgendo il Balon MundialLink esterno, la Coppa del mondo delle comunità migranti che vivono in città. Il torneo è nato nel 2007 e vede come protagonisti oltre 1000 atleti e atlete provenienti da 28 nazioni diverse. Perù, Colombia, Guinea, Senegal, Italia, ma anche nazionali non ancora riconosciute come la Palestina.

“Volevamo trovare un modo per far incontrare le diverse comunità straniere che vivono nella nostra città - racconta Tommaso PozzatoLink esterno, presidente dell’associazione Balon Mundial - il calcio è uno sport universale. Davanti a un pallone non importa quale sia il colore della tua pelle, la tua religione, che tu sia uomo o donna. Davanti ad un pallone siamo tutti uguali. Per questo siamo nati”.

Altri sviluppi

Le squadre partecipanti sono rappresentative delle comunità immigrate residenti nel capoluogo piemontese e nel corso degli anni sono cresciute sempre di più aprendosi anche al mondo del calcio femminile. “In Iran non era facile per una donna giocare a calcio - racconta Somi Sarfjoo, dal 2013 a Torino -, ma a me piaceva moltissimo giocare, il mio idolo era Luis Figo, così giocavo di nascosto con mio fratello quando ero piccola”.

Sui campi del Balon Mundial si possono trovare anche degli ex calciatori professionisti come Sylvain Dabji che ha vestito la maglia della nazionale giovanile senegalese e ha giocato nella squadra di serie A egiziana: “Sono arrivato in Italia grazie ad un procuratore che mi aveva promesso di farmi fare un provino con una squadra di serie B - racconta il 24enne senegalese -, ma una volta arrivato in Italia è sparito e mi ha abbandonato. Adesso sono senza documenti e devo cercare di farmeli rinnovare”. Accanto a lui, ci sono altri ragazzi richiedenti asilo che si confrontano con chi è arrivato in Italia prima di loro.

“La grande eredità di Balon Mundial - racconta il presidente - è quella di far crescere le comunità e i loro appartenenti, perchè grazie al calcio noi vogliamo costruire nuove cittadinanze”.

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