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Italia, diritto di asilo concesso a un eritreo arrestato per errore

Le autorità italiane hanno concesso lo statuto di rifugiato a un eritreo vittima di quello che è stato definito dal quotidiano The Guardian "uno dei più imbarazzanti casi di scambio di identità mai avvenuto nel paese".

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 agosto 2019 - 14:01
tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 03.08.2019)
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Lo scorso mese Medhanie Tesfarimiam Berhe è stato dichiarato innocente dal tribunale di Palermo per l'accusa di essere un boss attivo nel traffico di esseri umani. Era stato arrestato oltre tre anni fa in Sudan in un'operazione congiunta italo-britannica. 

Era stato scambiato per uno dei trafficanti di uomini tra i più ricercati, Medhanie Yehdego Mered, soprannominato "il Generale".  

Estradato in Italia, per Berhe si erano mobilitati famigliari e attivisti, ma gli inquirenti erano rimasti sordi a ogni appello circa la sua innocenza, pur non avendo trovato testimonianze contro di lui, e nonostante le foto che ritraevano il vero ricercato in libertà mentre partecipava a feste e banchetti di nozze.

Solo la tenacia del giornalista italiano Lorenzo Tondo, collaboratore del quotidiano britannico The Guardian, ha permesso di appurare la verità dopo tre anni. 

I giudici di Palermo, nei confronti di Berhe hanno confermato l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per aver aiutato un cugino a raggiungere la Libia, ma avendo già passato tre anni in detenzione la pena per questo reato risulta già scontata.

Dopo il suo rilascio, è stata presentata la richiesta di asilo in Italia, ora accolta. 

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