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Licio Gelli è morto

Aveva 96 anni il "venerabile" della loggia massonica P2, al centro dei più oscuri misteri d'Italia. La sua ultima intervista è stata rilasciata qualche mese fa a tvsvizzera.it

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 dicembre 2015 - 12:52

Licio Gelli è deceduto martedi sera nella sua residenza di Arezzo. Aveva 96 anni. Il discusso ex capo della loggia massonica P2 era stato recentemente ricoverato in ospedale. Da due giorni le sue condizioni di salute, già precarie, si erano sensibilmente aggravate.

Nato a Pistoia nel 1919, il cosiddetto "Venerabile" è stato al centro dei più controversi misteri d'Italia degli ultimi 40 anni. Della loggia massonica da lui diretta - denunciata e sciolta per aver assunto forme eversive nei confronti dell'ordinamento costituzionale - fecero parte alti esponenti del mondo della politica, degli ambienti economici e delle forze armate. Gelli si diede alla fuga, nel 1981, dopo la scoperta degli elenchi dei membri dell'organizzazione. Il suo nome finì associato a vari intrighi politici e alle più oscure vicende di quel periodo: dalla strage alla stazione di Bologna, nell'agosto del 1980, fino al tracollo del Banco Ambrosiano (1982) e alla misteriosa morte del suo presidente, Roberto Calvi.

L'imprenditore e faccendiere toscano venne arrestato nel 1982 in Svizzera, mentre cercava di prelevare un'ingente quantità di denaro da una banca di Ginevra. Incarcerato a Champ-Dollon, riuscì tuttavia a evadere dal penitenziario nell'agosto del 1983 per poi fuggire in America Latina. Rientrato in Svizzera per costituirsi alle autorità elvetiche nel 1987, venne estradato in Italia l'anno successivo.

A Gelli, negli anni successivi, vennero inflitte più condanne con sentenza definitiva in ordine a diverse vicende: in particolare per la bancarotta fraudolenta legata al crack del Banco Ambrosiano e per aver tentato di depistare le indagini sulla strage di Bologna. Gli vennero in seguito concessi gli arresti domiciliari nella sua residenza. Nel 2013 gli inquirenti impegnati nell'inchiesta Stato-mafia lo avevano ancora ascoltato in relazione agli intrecci fra la loggia P2, i servizi segreti e l'eversione.

ARi

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