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"La situazione a bordo era diventata estrema"

In un'intervista rilasciata all'European Broadcasting Union, la comandante della Sea Watch 3 spiega le ragioni che l'hanno portata a sfidare il divieto italiano di attraccare a Lampedusa. Intanto altre due navi con a bordo un centinaio di migranti sono bloccate in acque internazionali.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 luglio 2019 - 13:22
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"Eravamo arrivati al punto che la situazione a bordo era diventata psicologicamente estrema, insostenibile. Non potevamo più garantire la sicurezza delle persone a bordo e dell'equipaggio", sottolinea Carola Rackete.

In merito alla procedura giudiziaria contro di lei, la comandante della Sea Watch afferma di "aspettarsi una sentenza storica, che chiarisca il fatto che le persone hanno diritto a un porto sicuro".

Intanto due altre navi, la Alan Kurdi e il veliero Alex, che hanno tratto in salvo rispettivamente 65 e 55 persone e che avrebbero voluto attraccare a Lampedusa, sono bloccate in acque internazionali dopo essersi viste notificare il divieto d'entrata nelle acque territoriali italiane. 

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