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Italia, Armando Siri rimosso dall'incarico

Il premier italiano Giuseppe Conte, sentito dal Consiglio dei Ministri, ha revocato ad Armando Siri, indagato per corruzione, l'incarico di Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La Lega, che si opponeva all'allontanamento di Siri, si è detta delusa dalla decisione ma ha indicato che l'alleanza di governo non ne risentirà.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 maggio 2019 - 21:06
tvsvizzera.it/Zz/afp/reuters/ats con RSI (TG del 08.05.2019)
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"Non è una vittoria del Movimento 5 Stelle, non sono qui per esultare, è una vittoria degli italiani onesti" in un paese che ha "la corruzione più alta d'Europa", ha dichiarato il vicepremier del M5s Luigi Di Maio.

Dal canto suo, il ministro degli interni della Lega Matteo Salvini, che si opponeva alla revoca dell'incarico di Siri invocando la presunzione di innocenza, si è rammaricato del fatto che ci siano sospettati "di serie A e di Serie B", citando la sindaca di Roma Virgina Raggi che "è indagata da anni ed è al suo posto". 

Il leader della Lega ha comunque assicurato che né il caso Siri, né le elezioni europee (in vista delle quali la Lega domina i sondaggi, mentre il M5S langue) rimettono in questione l'alleanza di governo. 

L'ombra di Cosa Nostra

La procura sospetta che Siri, senatore della Lega, abbia accettato tangenti (o promesse di tangenti) dall'imprenditore Paolo Franco Arata in cambio dell’approvazione di una norma legata alla costruzione di impianti eolici. 

Arata è sospettato di essere in affari con il siciliano Vito Nicastri, imprenditore con grossi interessi nel settore eolico a sua volta accusato di essere in stretti rapporti con il capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Il senatore si è sempre dichiarato innocente.

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