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Un battello per frontalieri sul Ceresio

Enti ticinesi ed italiani hanno presentato un progetto Interreg per favorire il trasporto dei lavoratori italiani via lago

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 ottobre 2016 - 16:21

Un treno ed un battello per i frontalieri che vogliono raggiungere il Ticino, questo è il progetto messo in campo dalla Provincia di Varese, dalla Società Navigazione del Lago di Lugano e dal Comune rivierasco di Porto Ceresio.

L'idea è contenuta nella richiesta di adesione al progetto Interreg Italia - Svizzera per l'anno 2016 - denominato LU-PO - presentata in Regione per essere finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). L'obiettivo generale del progetto, come spiegato dalla sindaca di Porto Ceresio Jenny Santi, è incentivare e promuovere la mobilità via lago, alternativa al traffico veicolare e pensata soprattutto per venire incontro alle esigenze dei pendolari italiani. Al battello dei frontalieri, come lo ha soprannominato qualcuno, si aggiunge anche il ripristino della linea ferroviaria da Varese a Porto Ceresio con nuovi treni.

Questi potrebbero "caricare" molti lavoratori italiani diretti in Ticino - provenienti da Varese e dalla Valceresio - che una volta lasciata la strada ferrata potrebbero prendere il largo. Già, perché oltre al coordinamento tra Enti, agli interventi infrastrutturali che potrebbero terminare nel giro di un anno, una delle ipotesi ventilate è anche uno speciale battello dedicato a turisti e lavoratori frontalieri. Si stanno studiando rotte alternative percorsi veloci per diversificare l'offerta in base ai destinatari dell'intervento con anche nuovi punti di sosta che potrebbero tornare utili ai lavoratori ticinesi dei paesi prossimi a Porto Ceresio che hanno necessità, come tutti, di evitare e produrre traffico veicolare. Lo studio è ambizioso, ma va considerato che va incontro ad esigenze reali e contingenti, quindi meritevole di speciale attenzione, considerando pure che gli abitanti delle valli italiane di frontiera hanno espresso il loro interesse.

Se non dovessero arrivare questi fondi, secondo quanto espresso dalla sindaca Santi, i proponenti potrebbero "attrezzarsi" perché si prosegua comunque con forze proprie. Si segnala infine un secondo progetto Interreg che ha come acronimo A.C.Qu.A CERESIO e che vede: come capofila ticinese il Dipartimento del territorio, come capofila italiano la Provincia di Varese e, come partner, la SUPSI, il Politecnico di Milano e tutti i Comuni rivieraschi finiti al centro delle polemiche negli anni scorsi per gli sversamenti fognari nel Ceresio. L'azione di questo piano prevede l'elaborazione di strategie comuni per la gestione integrata e sostenibile dell'acqua per migliorarne la qualità. Gli interventi si concentreranno in gran parte sulla sponda italiana da dove arrivano buona parte degli inquinanti.

Simone Della Ripa

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