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Pizza a Milano, dal tricolore alle piramidi

Su 1300, tra pizzerie e 'pizza al taglio', 650 sono gestite da stranieri, con formule anche originali; in testa gli egiziani

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 aprile 2016 - 11:25

Lo dice la Camera di Commercio di Milano: su 1300 imprese cittadine legate in qualche modo alla pizza, 650 sono gestite da stranieri.

La metà esatta, dunque. Con diversificazioni spesso originali: c'è la pizzeria macelleria, quella che è anche osteria, o salumeria, oppure ancora rosticceria rosticceria. Accanto alla pizza si trovano specialità dolci arabe, kebab, involtini primavera.

Insomma, uno dei piatti simbolo della cucina italiana nel mondo, la pizza, a Milano è ormai sempre più etnica, soprattutto se d'asporto.

In testa alla classifica ci sono i pizzaioli egiziani (due terzi degli stranieri e un quinto di tutte le pizzerie di Milano), seguiti dai cinesi e dai turchi. Un mestiere che sino a qualche decennio fa era di dominio italiano sta... passando di mano.

Perché succede? E ci sono differenze tra una pizza italiana e una egiziana? Siamo andati a chiederlo ai gestori e ai pizzaioli di due noti locali di Milano, la Spib di via Legnone (italiani) e il Moro 2 di via Salaino (egiziani).

Il servizio è di Claudio Moschin.

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