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Berna non riaprirà il 3 giugno le frontiere con l'Italia

Per il governo svizzero la data del 3 giugno, decisa unilateralmente da Roma per la riapertura dei valichi doganali, è troppo ravvicinata.

Questo contenuto è stato pubblicato il 27 maggio 2020 - 16:22
tvsvizzera/spal/ats
La direttrice del Dipartimento di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter durante la conferenza stampa del 27 maggio 2020 a Berna. Keystone / Peter Klaunzer


"Ho concordato con la mia collega italiana Luciana Lamorgese che i nostri servizi resteranno in contatto per convenire le prossime tappe e l'ho informata che il prossimo 3 giugno la Svizzera non riaprirà le proprie frontiere con l'Italia", ha sottolineato mercoledì la direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia Karin Keller Sutter.

Berna, è stato sottolineato in conferenza stampa, intende coordinare con i tutti i paesi vicini i graduali allentamenti alle frontiere e le eventuali misure sanitarie da adottare sulle persone in transito ai valichi doganali. Come richiesto dal Ticino, ha precisato sempre Berna, saranno coinvolti nelle decisioni i cantoni di frontiera.

Obiettivo 6 luglio

Allo stato attuale quindi, se Roma confermerà l'apertura dei suoi confini il prossimo 3 giugno agli stranieri, sul lato elvetico resteranno in vigore provvisoriamente le attuali restrizioni all'ingresso. Per quelle persone residenti in Svizzera che si recano in Italia, la Confederazione si riserva il diritto al loro ritorno di adottare dei provvedimenti sanitari al confine, ad esempio un esame medico, ha precisato la consigliera federale

L'obiettivo, ha osservato Karin Keller-Sutter, è comunque quello di ripristinare integralmente le libertà di spostamento con tutti i paesi dell'area Schengen - sempre che le condizioni epidemiologiche lo consentano - entro il prossimo 6 luglio. Il servizio del TG:

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Apertura il 15 giugno con Austria, Germania e Francia

Resta quindi incerta l'evoluzione della situazione alla frontiera sud nelle prossime cinque settimane. A inizio maggio i ministri di Svizzera, Austria, Germania e Francia hanno concordato di tornare alla libera circolazione il 15 giugno e successivamente Roma, unilateralmente, aveva annunciato l'apertura dei suoi confini per il 3 giugno, una mossa che ha colto di sorpresa Berna.

A questo punto resta da vedere se la normalizzazione dei transiti alle dogane con l'Italia avverrà - indipendentemente dalle decisioni di Roma – il 15 giugno, analogamente a quanto concordato con i vicini settentrionali o se bisognerà aspettare addirittura il 6 luglio. 

Sarà determinante l'evoluzione epidemiologica che verrà costantemente monitorata dal Dipartimento federale di giustizia e polizia, con il graduale aggiornamento dell'elenco dei paesi a rischio sanitario. La corrispondenza da Roma di Lorenzo Buccella:

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Altri provvedimenti

Nel quadro degli allentamenti previsti dall'8 giugno - terza tappa della seconda fase delineata dal Consiglio federale nella sua strategia di contrasto della pandemia - saranno di nuovo esaminate tutte le domande dei lavoratori provenienti dagli Stati Ue (e dall'Associazione europea di libero scambio). Questo varrà anche per i professionisti altamente specializzati dei paesi extraeuropei di cui le imprese elvetiche abbiano urgente bisogno.

Qui di seguito un estratto della conferenza stampa con l'intervento della consigliera federale Keller-Sutter.

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