Discesa libera di Zermatt-Cervinia: sospesi i lavori sul ghiacciaio
L'autorità competente del Canton Vallese ha ordinato la sospensione dei lavori eseguiti all'esterno dell'area sciistica sul ghiacciaio del Teodulo. Le gare di Coppa del mondo sulla pista della Gran Becca in programma tra tre settimane non sono in pericolo, assicura il comitato organizzativo.
Le immagini di un'escavatrice sul ghiacciaio del Teodulo, dove passa il tracciato della prima discesa libera transfrontaliera della storia, avevano suscitato costernazione e due organizzazioni ambientaliste, assistite dall'organizzazione Avvocati e avvocate per il clima, avevano chiesto martedì un'interruzione dei lavori.
Giovedì la Commissione edilizia cantonale vallesana ha in parte dato loro ragione, ordinando la sospensione dei lavori, ma solo all'esterno dell'area sciistica. Secondo la commissione, "in questa fase e alla luce delle prime informazioni disponibili, un arresto totale dei lavori sarebbe stato contrario al principio di proporzionalità".
"Vittoria di tappa"
Avvocati e avvocate per il clima ha reagito parlando di "una vittoria di tappa". "Si tratta ora di fare in modo che, dopo un'analisi completa del caso, la Commissione edilizia cantonale respinga definitivamente il progetto di distruzione del ghiacciaio del Teodulo al di fuori del quadro giuridico", scrive l'associazione.
La Commissione edilizia cantonale effettuerà a breve un'analisi in loco e una volta accertati i fatti, adotterà le misure che si impongono.
"Non abbiamo nulla da nascondere"
In un comunicato stampa diramato giovedì sera, il comitato organizzativo ha dichiarato che i lavori sono stati eseguiti all'interno del comprensorio sciistico. La preparazione della pista Gran Becca è stata completata e non c'è alcun pericolo per lo svolgimento delle gare. Gli allenamenti inizieranno come previsto domenica, secondo il comunicato stampa.
"Sono state ottenute tutte le autorizzazioni necessarie dalle autorità e dalle federazioni di entrambi i Paesi per l'organizzazione di queste gare", ha sottolineato il comitato organizzativo. "Non abbiamo nulla da nascondere e negli ultimi giorni abbiamo sempre dichiarato di essere pronti a consentire alle autorità di visitare il sito per accertare i fatti", ha dichiarato Franz Julen, presidente del comitato, citato nel comunicato stampa.
Se volete condividere con noi osservazioni su un argomento sollevato in questo articolo o segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.