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Chieste deroghe per la fascia di confine

Immagine d'archivio. © Keystone / Gaetan Bally

Da lunedì, per entrare in Italia, non basterà più presentare il risultato negativo di un test rapido del Covid-19 effettuato nelle ultime 48 ore: andrà compilato un modulo chiamato 'Digital passenger locator form' (Dplm) e annunciato il proprio arrivo all'azienda sanitaria locale (Asl). Ma un gruppo di parlamentari democratici fa pressione affinché siano previste eccezioni per la fascia di confine.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 maggio 2021 - 21:40

Il Dplm è un modulo per il tracciamento. Vi sono richiesti il luogo di soggiorno e molte informazioni personali. Unito all'obbligo di annuncio all'Asl, fa dell'Italia il Paese con i criteri d'entrata più severi, tra quelli limitrofi alla Svizzera. Restrizioni che Roma ha intenzione di mantenere fino all'introduzione del Digital Green Certificate (certificato verde digitale) europeo, che attesterà vaccinazioni, guarigioni e test negativi ma verosimilmente non sarà disponibile prima di metà giugno.

RSI-SWI

Un gruppo di parlamentari italiani del Partito democratico (Pd), su impulso dei senatori Tatajana Rojc e Alessandro Alfieri, ha scritto al ministro della salute Roberto Speranza affinché valuti "l'opportunità di istituire una deroga da applicare alle aree a ridosso dei confini nazionali, per una fascia della profondità massima di 30 chilometri".

I firmatari chiedono, in sostanza, di riprendere il modello francese. Nella fascia di confine, "i cittadini dell'area Schengen che abbiano ricevuto almeno la prima dose del vaccino o siano guariti dal Covid" dovrebbero potersi muovere "per effettuare incontri con familiari, fare acquisti di beni di consumo, espletare necessità di natura personale".

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Nel servizio RSI, l'intervista al senatore Alessandro Alfieri.

Nella lettera –sottoscritta anche dalle capogruppo al Senato e alla Camera Simona Malpezzi e Debora Serracchiani- si sottolinea che l'ingresso senza quarantena dai Paesi UE e Schengen, nonché da Regno Unito e Israele, è un importante passo avanti per il settore del turismo, ma si rileva come l'obbligo di effettuare un tampone nelle 48 ore precedenti l'entrata faccia sentire i suoi effetti più pesanti nelle aree di confine.

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tvsvizzera.it/ANSA/ri con RSI (TG del 22.05.2021)

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