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Accordo fiscale, "intero pacchetto entro il 2018"

I capi negoziatori di Italia e Svizzera hanno incontrato a Lugano i rappresentanti della piazza finanziaria; rassicurati gli intermediari: non perseguibili per i reati dei clienti

Questo contenuto è stato pubblicato il 17 marzo 2015 - 19:44

Il segretario di Stato per le questioni finanziare internazionali del Dipartimento federale delle finanze, Jacques de Watteville, e il consigliere per le politiche fiscali del Ministero italiano dell'economia e delle finanze, Vieri Ceriani, hanno partecipato lunedì al Palazzo dei congressi di Lugano a un convegno organizzato dal Centro di studi bancari, per per rispondere ai quesiti di chi opera sulla piazza finanziaria ticinese, sui documenti sottoscritti lo scorso 23 febbraio da Svizzera e Italia.

Entrambi i negoziatori si sono detti fiduciosi che l'intero pacchetto dell'accordo possa entrare in vigore entro il 2018, compresa la nuova imposizione sui frontalieri e l'esclusione della Svizzera dalle liste nere italiane (di fatto, dallo scorso 23 febbraio, la Svizzera è trattata alla pari di un paese white-list nell'ambito dello scambio di informazioni).

Garanzie da parte italiana sono state date sulla non perseguibilità penale degli intermediari finanziari svizzeri, nel caso di una serie di reati tributari commessi dai contribuenti italiani. "L'Italia non è gli Stati Uniti", è stato detto per tranquillizzare. Rischi per gli intermediari ci sono, ma sono marginali.

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