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“Nessuna chiusura dei valichi”

 Quasi tutti i sindaci italiani sono contro la serrata notturna delle dogane secondarie

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 novembre 2015 - 10:40

La paventata chiusura notturna di sei valichi secondari tra Ticino e Lombardia, discussa lo scorso 4 novembre dal Consiglio federale con l'approvazione della mozione della consigliera nazionale leghista Roberta Pantani, sta dividendo i sindaci italiani tra favorevoli e contrari. Favorevoli pochi, in verità. Al dibattito, che sta montando oltre confine, stanno partecipando anche i sindaci dei Comuni che non hanno sul territorio le "piccole dogane" ma hanno, tuttavia, un numero elevato di frontalieri che senza l'accesso a quelle entrate per il Ticino rischierebbero di "intasare" interi paesi.

Un problema non da poco, dicono, e si chiedono come possa essere conciliata una misura del genere con il desiderio del Direttore del dipartimento del territorio, Claudio Zali, di "regolare" il traffico veicolare ed i parcheggi proprio dei lavoratori italiani sulle strade ticinesi. "Abbiamo fatto investimenti per installare le telecamere, nonostante le risorse dei piccoli Comuni siano ormai all'osso, hanno detto, ci chiediamo che senso abbia ora la chiusura notturna. A questo bisogna aggiungere che le rapine ai distributori non le fanno certo di notte". Ancora, Fabio Passera, primo cittadino di Maccagno con Pino e Veddasca che ha sul suo territorio il valico di Indemini e Dirinella, si è chiesto chi dovrebbe poi aprire e chiudere il valico per parte italiana, fatto salvo che difficilmente lo farebbero le autorità militari italiane.

Quanto sopra sarà discusso in una riunione organizzata per oggi, giovedì 19 novembre,a palazzo Pirelli, a Milano, in Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione svizzera, dove i sindaci di frontiera sono chiamati per un'audizione sul tema specifico.Va precisato che lo stesso Consiglio federale ha preso atto del fatto che un'attuazione diretta della mozione Pantani potrebbe generare diverse questioni di natura giuridica nonché di politica estera ed europea. Per questo motivo ha incaricato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), in collaborazione con il Dipartimento federale delle finanze (DFF) e il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) nonché d'intesa con il Canton Ticino, di discutere con l'Italia la problematica della criminalità transfrontaliera. I Dipartimenti comunicheranno al Consiglio federale i risultati delle discussioni entro la metà del 2016.

sdr

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