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"Io, frontaliera a mille franchi"

La crisi alimenta l'afflusso di lavoratori stranieri in Svizzera e i salari scendono... La testimonianza

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 dicembre 2014 - 16:43

Il dumping salariale è un fenomeno che sta assumendo dimensioni sempre maggiori in Ticino. Con la grave crisi economica che ha colpito duramente anche le produttive regioni del Nord Italia è aumentata la manodopera frontaliera a basso costo a disposizione degli imprenditori svizzeri.

Nell'ultimo quinquennio i lavoratori stranieri pendolari sono raddoppiati a oltre 60'000 unità, andando a ricoprire anche impieghi nel terziario, settore tradizionalmente appannaggio dei dipendenti locali. E sul mercato del lavoro non è difficile scoprire salari fino al 70% inferiori alla media cantonale.

Il servizio video della RSI riporta la testimonianza di Carla (nome di fantasia), ex frontaliera di 28 anni del Comasco, assunta da una ditta luganese per un lavoro di segretariato che, dopo un periodo di prova di tre mesi non pagati, si è vista offrire un contratto a tempo pieno con una busta paga di mille franchi lordi (830 euro) al mese.

Lino Bini

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