La riforma Trump si riflette sui conti di UBS
L’UBS ha chiuso i conti dello scorso anno con un utile netto di 1,16 miliardi di franchi, in calo rispetto al 2016 quando maturò benefici per 3,2 miliardi.
Sull’esercizio passato si riflette la pesante perdita, di origine essenzialmente contabile, cumulata nel quarto trimestre, pari a 2,22 miliardi (+636 milioni nel 2016), dovuta alla riforma fiscale approvata negli Stati Uniti che ha abolito alcune agevolazioni tributarie.
Più precisamente, indica una notaLink esterno, il principale gruppo bancario elvetico viene penalizzato dalla svalutazione di 2,86 miliardi sugli attivi differiti d'imposte negli USA a causa della riduzione dell'aliquota fiscale dal 35% al 21% per le società. Senza questa svalutazione l’utile si sarebbe attestato a 641 milioni di franchi tra ottobre e dicembre e l'utile netto annuale avrebbe fatto un balzo del 26%.
La notizia dei risultati 2017 ha fatto perdere quota al titolo azionario della banca, nonostante questa possa vantare un utile ante imposte di 6,3 miliardi.
Il ceo Sergio Ermotti ha comunque annunciato un aumento dei dividendi a 65 centesimi per azione e un acquisto di proprie azioni sul mercato allo scopo di spingere le quotazioni sui mercati finanziari.
Anche Credit Suisse aveva comunicato in dicembre che avrebbe registrato una svalutazione di 2,3 miliardi di franchi nel corso del quarto trimestre per gli stessi motivi addotti da UBS.
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