Terrorismo, un altro fermo e allerta alta in Italia
Un marocchino è stato fermato all'alba di venerdì in Piemonte in un'operazione antiterrorismo, la terza in pochi giorni in Italia. La minaccia di attentati, ha dichiarato giovedì il ministro dell'Interno, "resterà seria per un certo periodo di tempo".
Al centro delle indagini coordinate dalla Procura distrettuale di Roma, indicano gli investigatori, ci sono le "attività criminali" dell'uomo, "fortemente indiziato" di istigazione a delinquere per finalità di terrorismo e di appartenenza a un'associazione terroristica.
Il marocchino, 19 anni, è stato arrestato dai carabinieri nel suo appartamento di Fossano, Cuneo. Consultava assiduamente siti di propaganda dell'Isis ed è a sua volta accusato di propaganda jihadista sui social media. Secondo le autorità, era un soggetto pericoloso.
Tra arresti ed espulsioni
Giovedì, una retata tra Lazio e Campania aveva portato all'arrestoLink esterno di cinque persone appartenenti alla rete dell'attentatore al mercatino di Berlino, Anis Amri. A far scattare l'allarme, la radicalizzazione del più pericoloso dei cinque, un palestinese.
Pochi giorni fa, era invece stato rimandato in patria un marocchino 35enne, ex imam del carcere di Alessandria. Le espulsioni dall'Italia "per motivi di sicurezza dello Stato" sono già 28 da inizio 2018 e comprendono una ventina di imam.
Sicurezza rafforzata
Pochi giorni fa, il capo della polizia Franco Gabrielli aveva parlato di "minaccia incombente". Giovedì, il ministro dell'Interno Marco Minniti ha confermatoLink esterno "la minaccia era, è e resterà seria per un certo periodo di tempo nei confronti dell'Italia".
I recenti arresti e le espulsioni non fanno che sottolinearlo: gli apparati di sicurezza sono in allerta, per la propaganda contro Roma come sede della cristianità e contro i "crociati", in un periodo simbolo come quello delle festività pasquali.
Minniti ha invitato a rafforzare ulteriormente i controlli nelle aree affollate, come i luoghi religiosi e le città d'arte, piene di turisti in questi giorni. "Le operazioni di polizia dimostrano una straordinaria capacità di prevenzione", ha detto.
Polizia e intelligence coordinate
Segnalazioni su possibili attacchi arrivano in continuazione e sono esaminate dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa), che riunisce esponenti di forze di polizia e dei servizi informativi.
Non ci sono evidenze di minacce concrete, ma il momento richiede la massima attenzione.
Il pericolo numero uno sono i cosiddetti lupi solitari. Giovani, disadattati, di recente radicalizzazione, possono passare all'azione stimolati dai continui appelli al jihadismo che viaggiano su Internet.
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